Senza stipendio da sei mesi: stop alle pulizie sui bus Fse

Senza stipendio da sei mesi: stop alle pulizie sui bus Fse
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 12 Gennaio 2017, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 14:11
Pullman sporchi e lavoratori senza stipendio da luglio. I dipendenti della ditta Panacea, società titolare dell’appalto pulizie civili e sanificazione con committente Ferrovie Sud Est per le sedi di Taranto e Provincia, hanno lavorato senza retribuzione da sei mesi. Lo stato è ormai al collasso e i mezzi Fse sul territorio tarantino viaggiano senza servizio di pulizie da diversi giorni.
Nel marasma che ha coinvolto Fse c’è anche questa complicazione. Che, inevitabilmente, si ripercuote con l’utenza che da qualche giorno si ritrova a circolare su mezzi sporchi. Il problema riguarda l’appalto che concerne il lotto di Taranto e provincia - otto dipendenti, metà per la città e l’altra per la provincia - ed è bene analizzare i dettagli.
Tutto nasce dalla comunicazione di Fisascat Cisl che denunciava “l’inadempienza retributiva dell’esecutore e titolare del servizio di pulizia e sanificazione presso la sede di Taranto e Provincia azienda Panacea srl. A tutt’oggi i dipendenti della Panacea srl non percepiscono (pur in presenza a nostro sapere di regolare pagamento delle fatture per le prestazioni svolte) la retribuzione dal mese di luglio 2016 oltre alla quattordicesima e tredicesima mensilità aggiuntiva prevista dal Contratto collettivo nazionale vigente”.
 
Lettera inviata a committente, ossia Fse, e alla titolare del servizio, ossia Panacea srl. È proprio quest’ultima a chiarire la situazione in una risposta ufficiale in cui si smarca dalle responsabilità accusando Fse di ritardi enormi sui pagamenti delle fatture.
“La società Panacea srl, affidataria dei servizi di pulizia degli autobus e degli impianti fissi aziendali del gruppo autolinee Taranto dal febbraio 2015, nonostante siano state già eseguite e collaudate le prestazioni di pulizia relative ai mesi di ottobre, novembre, dicembre dell’anno 2015, non ha ancora ricevuto da Fse il pagamento di dette prestazione”. Per gli stessi periodi si registra invece il regolare pagamento sia delle retribuzioni sia degli oneri contributivi dei lavoratori in quanto è la stessa Panacea ad essersi fatta carico delle spese.
Per l’anno 2016, continua la ditta Panacea, “nonostante le numerose rassicurazioni e manifestazioni di impegno da parte dei dirigenti Fse al pagamento delle fatture entro trenta giorni” la ditta “vanta crediti per prestazioni eseguite da agosto a dicembre”.

Dunque Fse non ha pagato a Panacea le prestazioni già eseguite per i periodi ottobre-dicembre 2015 e per i periodi agosto-dicembre 2016 “portando a ben otto le mensilità non pagate alla società pari a circa 116mila euro a fronte di un debito per retribuzioni a circa 62mila euro”. Per tali motivi, i dipendenti della Panacea “ai quali va indubbiamente il plauso per avere dimostrato alto senso del dovere e impegno nell’esecuzione del servizio” sono stati retribuiti a tutto il mese di giugno 2016.
Panacea ha regolarmente adempiuto agli obblighi contributivi risultando regolare ai fini Inps e ai fini Inail come da certificato Durc e ritiene che i mancati pagamenti di Fse abbiano “determinato la situazione di crisi sopra indicata ponendola in una situazione di precario default”.

Una situazione insomma che si è trascinata da mesi e che da qualche giorno è divenuta insostenibile tant’è che solo il 3 gennaio Fse ha proposto una proroga a pari condizioni fino a marzo. Panacea ha risposto di essere disponibile a effettuare il lavoro solo ed esclusivamente se saranno saldate le fatture precedenti entro il 16 gennaio. Non ricevendo garanzie, Panacea intende prestare servizio solo per il corrente mese e solo per rispettare il vincolo dell’essenzialità e utilità pubblica del servizio in questione.
A pagarne le conseguenze, come spesso accade, sono i lavoratori che non ricevono stipendi ormai da mesi. Il servizio di pulizia e sanificazione attualmente non è assicurato e i mezzi viaggiano nelle conseguenti condizioni.

«Richiamiamo alle proprie responsabilità la committente, assente consapevole che non ha mai voluto assumere le decisioni per risolvere le questioni dei lavoratori» è l’appello di Antonio Arcadio, segretario generale Fisascat Cisl di Taranto, che ha presentato richiesta ufficiale di incontro presso la commissione Direzione territoriale del Lavoro con tutte le parti.
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