Viaggio nel sabato a tutto alcol dei ragazzi “da bere”

Viaggio nel sabato a tutto alcol dei ragazzi “da bere”
di Claudio FRASCELLA
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Domenica 29 Maggio 2016, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 15:13
TARANTO - «Cinque “bianchi” alla fragola!». E parte la furia del sabato sera. I “bianchi”, micidiali misture a base di alcol, incolore, colorato piuttosto che aromatizzato dal tocco alla fragola.
I ragazzi mescolano e bevono di tutto e alla guida dell’auto, spesso si strapazzano di “bombe”. Pericolose per chi le assume, lo stesso per chi le subisce. Ubriachi e astemi, si ritrovano sulla stessa strada, spesso su auto e direzione di marcia diverse. Il più delle volte si sfiorano, altre fanno il botto: chi di alcol è pieno fino alla testa; chi di sapore o aroma non vuole sentirne parlare. Asfalto e “frontali” non fanno differenza.
«Al banco arriva di tutto, anche il ragazzino, accompagnato da un fratello più grande, uno zio, tenuto sotto costante controllo: non serviamo misture compromettenti ai minorenni». Un barman racconta il fine-settimana da sballo, anche quanto in qualche modo accade a poche decine di metri dal locale, o in bagno. I ragazzi a metà serata danno di stomaco. Rimettono quanto fino a quel momento hanno buttato giù. «Tracce ovunque – dice un operatore del sabato sera – cominciano all’esterno, negli angoli, fra le siepi, nei parcheggi, davanti alle auto: carte geografiche».
 
Un quadro tremendo, condito da un altro aspetto. «Bottiglie ovunque, i ragazzi arrivano già carichi, scolano di tutto e abbandonano i vuoti dove capita; poi, una volta all’interno del locale, come se resettassero, cominciano daccapo, dai “bianchi” in poi». I bianchi, in ordine sparso: gin, rhum bianco, vodka liscia, tequila e Cointreau. Bevuti da soli, possibilmente una sola volta, non sarebbero devastanti. Shakerati insieme, invece, diventano nitroglicerina. E poi c’è il bis e non una sola volta. «Schifezze, combinate in quel modo – dice un barman – abusano ancora di amaretto, Cointreau e Red Bull, poi un pieno con la bevanda “che mette le ali”: non dovrebbero abusarne, invece è un classico del sabato sera, dal ballo allo sballo; prima arriva l’effetto eccitante, a seguire parte quello dell’alcol e cominciano i guai». I ragazzi che lavorano al banco provano come possono ad arginare le richieste. Sentiero complicato.
«Se non vuoi guai – dice un operatore – servi quello che ti chiedono, al contrario finirebbe nel litigio; dopo aver abusato, anche il ragazzo più abituato a dannarsi lo stomaco, reagisce in modo incontrollato: il titolare non vuole noie, ci invita a sorvolare; chi esagera viene invitato ad uscire dai ragazzi della sicurezza, che hanno grande pazienza, perché non sai mai cosa balena nella mente di chi ha esagerato; il ragazzo spavaldo lo conosci, riesci a contenerlo; quello mite può avere reazioni ingestibili, a volte devastanti, e non solo per il locale, ma anche per se stesso».
Per fortuna c’è ancora un limite per i minori. «Quando abbiamo il sospetto – osserva un barman – che un ragazzo non abbia superato i diciotto anni, chiediamo documenti; a volte aggirano l’ostacolo con l’ausilio dei più grandi; a noi tocca badare alla clientela, che ordina in un trambusto non sempre sotto controllo, dunque qualcosa sfugge».
Ragazzi dai diciotto in su. «Quelli si “ammazzano” – dice un giovanotto addetto al bar – non riescono a controllarsi, bevono senza soluzione di continuità, un drink dietro l’altro; quando hanno chiesto una, due volte a uno di noi, per evitare che qualcuno lo inviti a moderarsi, si rivolgono al collega non ancora interpellato; è triste, ma è così ogni fine settimana».
Alle tre, le quattro, tornano a casa, si fermano al primo bar per fare colazione. «I più strafatti si fermano all’“after”, il dopo-discoteca: questo in alcuni locali lo sanno: restano in quattro, cinquecento, ed è l’assalto alle tasche e agli ultimi spiccioli».
 
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