Bitetti, c’è l’espulsione dal Pd. «Vado avanti per conto mio»

Bitetti, c’è l’espulsione dal Pd. «Vado avanti per conto mio»
di Paola CASELLA
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Sabato 22 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 21:02
Botta e risposta, anche se all’insegna del politicamente corretto, tra Piero Bitetti ed il Pd, all’indomani dell’espulsione dal partito del presidente del consiglio comunale. All’origine della decisione della commissione di Garanzia la presa di distanza di Bitetti dal partito e la successiva scelta di candidarsi a sindaco. Il Pd ha, invece, deciso di supportare Rinaldo Melucci. «Considero la decisione» ha commentato Bitetti dopo aver appreso la notizia «un mero adempimento statutario; pertanto, non gioisco e continuo il mio impegno politico ed amministrativo per la città e per coloro che decideranno di continuare a sostenermi». Il candidato sindaco ha poi ripercorso le tappe del suo impegno nel partito: «Sono stato nel Pd dal momento della sua fondazione fino all’altro ieri; credo di aver portato in questo nuovo partito il mio entusiasmo, la mia passione, il mio consenso personale. Credo non ci sia nessuno che possa ricordare uno sgarbo personale o una scorrettezza da parte mia. Ho militato nel Pd ben convinto della sua straordinaria novità nel panorama politico nazionale in virtù della sua ispirazione autenticamente riformista, capace di riunire e rappresentare le anime più nobili della tradizione culturale italiana, dal cattolicesimo popolare al socialismo laico e democratico. In nome e per conto del Pd mi sono tra l’altro candidato alle ultime Regionali del 2015 conseguendo un ottimo risultato; in nome e per conto del Pd sono stato indicato quale presidente del consiglio comunale di Taranto, carica che ho ricoperto con spirito di servizio e con equilibrio, come fortunatamente mi viene riconosciuto».
 
Bitetti ha poi fatto riferimento ai momenti più difficili: «Quando il Pd è stato preso a “sassate” da una parte consistente dell’opinione pubblica tarantina per la gestione della crisi Ilva – ed in particolare per i decreti ad essa collegati – io e tanti altri rappresentanti istituzionali dei Democratici abbiamo resistito».
Ed, infine, le ragioni della rottura: «Gli ultimi avvenimenti sono noti: no alle primarie, no ad Azzaro candidato sindaco nonostante il mio passo indietro in suo favore, sì ad un candidato esterno che considero la prima vittima della gestione fallimentare del locale gruppo dirigente del Partito democratico». Pacato, ma fermo il commento del coordinatore provinciale del partito Costanzo Carrieri: «Effettivamente, l’espulsione è un mero adempimento. È prevista dal nostro Statuto quando qualcuno prende le distanze dal partito e si candidata per conto proprio, non potevamo fare di niente. Il nostro è un partito serio ed abbiamo rispettato le regole. Rispettiamo la sua scelta». Il responsabile del Pd ha, però, fatto una puntualizzazione: «Non concordo con la sua ricostruzione dei fatti. Bitetti ha detto sin dall’inizio che il suo “Progetto Taranto” avrebbe avuto una natura trasversale e così è stato, ha fatto un passo indietro in favore di Azzaro, ma poi non è più venuto ad alcun incontro. Ricordo tutto ciò senza polemica, ma per onore di cronaca».
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