Tre volte al Pronto soccorso, muore in ospedale: scatta l'inchiesta

Tre volte al Pronto soccorso, muore in ospedale: scatta l'inchiesta
Tre volte al Pronto soccorso, muore in ospedale: scatta l'inchiesta
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 21:35 - Ultimo aggiornamento: 21:36

Un primo ricovero di poche ore al pronto soccorso seguito da dimissioni. Uno successivo dopo pochi giorni rimandato nuovamente a casa e un terzo, l’ultimo, prima del decesso. Sono questi gli oscuri contorni di un’inchiesta della Procura della Repubblica che cercherà di far luce sulla morte di un manduriano di 60 anni apparentemente senza patologie note che il 13 ottobre scorso è stato accompagnato dai parenti al pronto soccorso dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria senza fare più ritorno a casa.

A far scattare l’inchiesta è stata una denuncia querela presentata dai familiari che, assistiti dall’avvocato Lorenzo Bullo, chiedono di sapere le cause della morte del congiunto e se ci sono responsabilità dei sanitari che lo hanno avuto in cura nei suoi ultimi giorni di vita.

Cosa è successo

A quanto pare il sessantenne si sarebbe recato una prima volta in ospedale a fine settembre accusando dolori al torace e una difficoltà a respirare.

Dopo il trattamento durato alcune ore, l’uomo sarebbe stato dimesso con l’invito a rivolgersi al proprio medico curante. Dopo alcuni giorni i disturbi si erano acuiti così il manduriano di professione impiantista elettrico è stato nuovamente accompagnato al Giannuzzi dove sarebbe rimasto per mezza giornata prima di nuove dimissioni. Il giorno dopo l’uomo si sarebbe rivolto privatamente ad un medico esterno che gli avrebbe diagnosticato una grave patologia acuta in atto invitandolo a recarsi nuovamente in ospedale per un ricovero urgente. Dopo poche ore di osservazione, i sanitari hanno chiamato i parenti comunicandogli la terribile notizia. L’elettricista avrebbe cessato di vivere in pronto soccorso senza essere stato mai ricoverato in nessun reparto.

Tantissimi i dubbi dei familiari che hanno fatto aprire un fascicolo, per ora senza indagati, affidato al pubblico ministero Marco Colascilla Narducci che ieri ha affidato incarico per l’autopsia alla dottoressa Eloisa Maselli. Nella stessa giornata di ieri, subito dopo aver ricevuto l’incarico, la specialista in medicina legale ha effettuato l’esame autoptico sul corpo dell’uomo che nel frattempo era stato sequestrato nella camera mortuaria dell’ospedale manduriano. 
La famiglia ha nominato il medico legale Angelo D’Elia, quale consulente tecnico di parte, presente anche lui all’esame autoptico al termine del quale la consulente della procura si è riservata 60 giorni di tempo per esprimere un parere sulle cause della morte.

Da parte sua Il pubblico ministero che indaga ha chiesto di valutare se siano ravvisabili profili di colpa professionale ed eventuali errori o omissioni commessi da ognuno dei sanitari che si sono occupati del paziente durante i suoi tre ricoveri al pronto soccorso. Il pm Colascilla Narducci ha inoltre chiesto al suo consulente di studiare e valutare la correttezza di tutti i procedimenti sanitari eseguiti sul sessantenne e se gli stessi siano o meno previsti da linee guida internazionali. Tutte risposte che non si avranno prima dei due mesi richiesti dalla consulente. Oggi intanto la famiglia potrà prendere possesso della salma per i funerali che si terranno nel pomeriggio. Lo sfortunato artigiano lascia la moglie e due figli.

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