Melucci lascia il Pd e va verso Italia Viva. I vertici dem: ingratitudine

Melucci lascia il Pd e va verso Italia Viva. I vertici dem: ingratitudine
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Venerdì 27 Ottobre 2023, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 23:56

Alla fine il cambio di casacca è arrivato. Annunciato da mesi, si perfeziona ora il passaggio imminente di Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto eletto nel Pd, tra i renziani di Italia Viva

La nota

 «Col Pd - scrive Melucci -  è un arrivederci: ora è meglio per tutti che le strade si differenzino, dedichiamoci insieme alla città in un momento molto impegnativo. Si è portati spesso a pensare che ci si lasci perché carichi di rancore o insoddisfatti. In verità, in una visione più romantica e profonda del sentire la politica, nella sua accezione più elevata, la scelta di prendere strade differenti può essere dipesa dalla semplice ed umana ambizione di ricercare nuove motivazioni, energie e valori più aderenti al proprio sentire e al proprio progetto politico».

Il suo caso, assicura Melucci, è « il secondo: sentire ed intendere la politica come qualcosa che arricchisca l’esistente, che generi sistemi valoriali virtuosi ed in grado di dare risposte alle tante sfide del nostro complicato presente. Oggi si conclude formalmente la mia esperienza nel Partito Democratico. Un partito che sta cambiando pelle, come sono inevitabilmente cambiato io lungo questi anni assai impegnativi. Certo, dal 2017 ad oggi tanti sono stati i cortocircuiti tra partito e i suoi amministratori locali, sindaco incluso, tante anche le battaglie comuni portate positivamente a termine: sarei ingeneroso a rinnegare o ridimensionare il lavoro svolto con impegno. Su tutto, la virata che insieme abbiamo compiuto sulla decarbonizzazione del nostro modello economico e sulla pianificazione della transizione giusta europea per l'area ionica».

Poi la puntualizzazione: «Ma si arriva, a volte, a un punto in cui bisogna lasciare che la libertà di espressione e di determinazione non venga stritolata in alcun modo da logiche che nulla hanno a che fare con quella concezione alta e spirituale della politica.
La realtà dei nostri tempi scorre inesorabilmente come un fiume senza argini. E di fronte ai cambiamenti epocali mondiali, crisi climatiche, guerre e smarrimento del senso di umanità, la politica deve sottrarsi da asfittici e tossici giochi di posizionamento ed opportunità, e deve rimodularsi verso i bisogni della comunità, garantendo la stabilità degli enti amministrati - la cui guida è scelta democraticamente sulla scorta di un robusto mandato elettorale - proprio al fine di non disattendere la speranza di riscatto di intere comunità».

Da tempo le cose non andavano bene: «Al riparo da ogni ipocrisia, si possono ovviamente indagare anche i motivi pratici di una simile decisione, e lo faremo con spirito costruttivo nelle prossime settimane se serve. Dalle divisioni e tensioni interne al debole supporto sui tavoli istituzionali nei momenti topici per la città, dai frequenti e strumentali distinguo di alcuni esponenti del partito agli equivoci sui contributi programmatici più delicati, dalla limitata definizione di obiettivi e linguaggio politici allo scarso spazio ai più alti livelli riservato alla classe dirigente tarantina e ai suoi giovani. 
Insomma, si è lavorato duramente per migliorarsi, tutti insieme, in questi frangenti, ma quando le dinamiche personali hanno preso il sopravvento sulle argomentazioni politiche e sulla progettualità, lo sconforto e l’amarezza hanno avuto la meglio. Ed è proprio in questi casi che, sulla scorta del mandato ricevuto, sempre attraverso un concreto spirito di missione e di servizio verso la comunità, bisogna lasciar andare ciò che si sente estraneo al proprio essere».
Una svolta che covava da mesi.

Nella primavera scorsa l'incontro a Roma con Matteo Renzi, favorito da quel Massimiliano Stellato che poi Melucci ha fatto di tutto per far entrare nella maggioranza al Comune nonostante fosse stato uno degli artefici del precedente scioglimento del consiglio comunale. Ma la politica, si sa, è un po' come certi amori che fanno dei giri immensi e poi ritornano.

La reazione del Pd

"Siamo sinceramente sorpresi dalla decisione di Melucci. Ci auguriamo che la ricerca di “nuove motivazioni” politiche non lo distolgano dal lavoro di sindaco”. Lo afferma il segretario regionale del Pd pugliese Domenico De Santis. “Restiamo increduli di fronte alle sue dichiarazioni. Il Pd un’ora dopo la caduta della sua amministrazione, a valle della raccolta firme, era al fianco di Melucci chiedendo la sua ricandidatura, come è stato al suo fianco durante la prima e seconda campagna elettorale. Con tutti i nostri amministratori lo abbiamo eletto Presidente della Provincia. Abbiamo dimostrato la nostra lealtà che oggi viene ripagata con l’ingratitudine. Prendiamo atto che cerca nuove motivazioni, ma un Sindaco e Presidente della Provincia deve trovare le motivazioni ogni giorno nella sua opera di governo e a noi questo interessa. Sulla decarbonizzazione, sui Giochi del Meditteraneo e sulla tutela dell’ambiente non faremo nessun passo indietro. Noi ci siamo sempre stati, anche nei momenti più difficili, e continueremo a salvaguardare gli interessi della città, sperando che Melucci continui il suo lavoro di Sindaco e di Presidente della Provincia. I problemi della città di Taranto sono tanti - conclude De Santis - legati a filo doppio alla vicenda, dalle evidenti implicazioni nazionali, dell’ex Ilva. Sulla riconversione dello stabilimento siderurgico, in direzione della decarbonizzazione, sulla tutela dei posti di lavoro, sul progetto di rinascita della città, il lavoro del Pd, regionale e nazionale, non è mai venuto meno come testimoniano le prese di posizione e gli atti parlamentari depositati".

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