Ex Ilva, slitta il verdetto del Tar sullo stop agli impianti a caldo. Urso: «Produzione degli ultimi anni non è sostenibile»

Ex Ilva, slitta il verdetto del Tar sullo stop agli impianti a caldo. Urso: «Produzione degli ultimi anni non è sostenibile»
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 20:15

Nell’udienza di oggi il Tar Lecce ha rinviato a data da destinarsi la trattazione dell’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, relativa allo stop impianti dell’area a caldo di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, a causa delle emissioni inquinanti. Era stato il Comune di Taranto, attraverso i suoi legali, a chiedere un rinvio dell’udienza odierna a dopo il 7 novembre quando è prevista la decisione della Corte di Giustizia Europea su un’altra vicenda che riguarda sempre l’ex Ilva e gli aspetti dell’impatto ambientale del siderurgico.

La decisione del Tar Lecce di andare oltre il 7 novembre é stata comunicata oggi in aula.

I legali del Comune evidenziano che se la decisione della Corte di Giustizia Europea dovesse essere favorevole alle tesi dei ricorrenti, il Comune a quel punto chiederà la revoca del cautelare al Tar.

L'ordinanza

L’ordinanza di Melucci è dello scorso febbraio e ha intimato ad Acciaierie d’Italia e a Ilva in amministrazione straordinaria, rispettivamente gestore e proprietario impianti, a dare risposte entro 30 giorni dal provvedimento sindacale, altrimenti nei successivi 30 giorni avrebbero dovuto fermare gli impianti al centro dell’ordinanza. Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria non vi hanno adempiuto. Anzi Acciaierie ha impugnato l’ordinanza al Tar, anzitutto davanti a quello del Lazio, ma quest’ultimo, per competenza territoriale, ha poi trasferito tutto a quello di Lecce. Quest’ultimo a luglio ha sospeso l’ordinanza del sindaco di Taranto e rinviato tutto al 26 ottobre per decidere nel merito. Oggi infine la decisione di attendere la Corte di Giustizia Europea, una cui decisione favorevole, per il sindaco Melucci, avrebbe effetti positivi anche per la causa aperta davanti al Tar Lecce. 

L'audizione di Urso

«In questi ultimi travagliati anni, la produzione si è attestata ben al di sotto delle performance storiche e indispensabili per la sostenibilità occupazionale e di mercato di Ilva». Lo afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in audizione alla Camera sulle prospettive industriali del sito siderurgico di Taranto. «Ero al corrente del piano di lavoro, non un accordo - ha aggiunto - firmato da Fitto su mandato del governo nel suo complesso. Ora dobbiamo misurare rispetto alle risposte che l'azienda darà nelle prossime settimane e che verranno portate all'attenzione dell'azienda, ma anche ovviamente del parlamento e tanto più dei sindacati, con cui abbiamo stabilito impegni per un'interlocuzione continuativa per tenerli informati dello stato delle trattative in corso».

Il Memorandum of Understanding su Ilva, ha proseguito Urso, «sottoscritto a nome del governo è una tappa, non è un accordo, l'accordo dovrà venire. Questa è solo la tappa di un percorso che poi potrà diventare reale quando ci sarà un contratto». Il memorandum dice «come vogliamo impiegare le risorse, in parallelo le risorse pubbliche attraverso i fondi europei, con l'intervento da parte del privato, è una una tappa di interlocuzione iniziata a inizio legislatura e va avanti per la ricerca di un'intesa che possa darci maggiore garanzia sull'utilizzo delle risorse».

Le parole di Giorgetti

«Si attende che il cda della società valuti se vi sia esigenza di un nuovo apporto da parte dei soci e lo quantifichi nonché che i soci, ad iniziare dal socio privato che detiene la maggioranza, assicurino il necessario supporto finanziario in coerenza con le rispettive quote (ArcelorMittal detiene il 62%)». Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in question time al Senato sull'ex Ilva. «In questo quadro va visto l'impegno del governo a negoziare con i soci privati le modalità di apporto delle necessarie risorse per il funzionamento e per i futuri investimenti, che ha coinvolto» il ministro Urso e Fitto.

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