Ex Ilva, Invitalia contro Acciaierie: «Contratto non rispettato»

Ex Ilva, Invitalia contro Acciaierie: «Contratto non rispettato»
di Domenico PALMIOTTI
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 12:46

Nuove tensioni nel rapporto, già difficile, tra Invitalia e ArcelorMittal in Acciaierie d’Italia (ex Ilva). La società pubblica che fa capo al Mef e la multinazionale dell’acciaio convivono infatti in AdI rispettivamente col 38 e col 62 per cento delle quote. In una lettera datata 23 ottobre che Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, ha spedito a Franco Bernabé e Lucia Morselli, rispettivamente presidente e ad di Acciaierie d’Italia Holding, ma anche ad Acciaierie d’Italia spa, ad ArcelorMittal SA in Lussemburgo e ad ArcelorMittal Italy Holding a Milano, si avanzano una serie di contestazioni e si evidenzia per “l’ennesima volta, il grave difetto di disponibilità e collaborazione nei confronti della nostra società e la ancor più grave mancata conformità alle pattuizioni contrattuali”. 

La missiva di Invitalia

La lettera di Mattarella di Invitalia arriva a pochi giorni dal 26 ottobre, giorno nel quale sono in calendario sia l’assemblea di AdI (nella quale Bernabè potrebbe formalizzare le dimissioni da presidente visto che ha già dichiarato di aver rimesso il mandato nelle mani del Governo), che l’audizione proprio sull’ex Ilva del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, alla Camera (alle 13.45 davanti alla commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato riunite congiuntamente).

Un primo punto di contestazione sollevato da Invitalia riguarda il fatto che AdI non abbia fornito al socio pubblico elementi sullo stato della società siderurgica. Questo per “la corretta valutazione circa il possibile esercizio dei propri diritti, in particolare, la sussistenza o meno dei presupposti per l’ammissione di ADIH alla procedura di amministrazione straordinaria”. La norma in questione - dl 2/2023 - prevede infatti che, in aziende strategiche nazionali, e l’ex Ilva lo è da tempo, il socio pubblico che abbia una presenza di almeno del 10 per cento, e Invitalia ha il 38, possa chiedere l’amministrazione straordinaria se ne ricorrono i presupposti. A tal proposito, va però ricordato che nell’incontro del 20 ottobre a Palazzo Chigi, a margine dello sciopero dei sindacati, i capi di gabinetto dei ministeri e della presidenza hanno escluso ogni ricorso sia all’amministrazione straordinaria che alla liquidazione di AdI. 

Inoltre, contesta Invitalia, “non è stato fornito un aggiornamento sui piani di produzione di acciaio e, in particolare, su quale sarebbe l’entità della liquidità necessaria per far fronte all’indicato impegno di 4 milioni di tonnellate di acciaio. A fronte della delicata situazione corrente, ADIH avrebbe dovuto fornire almeno una situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata, nonché un prospetto dei flussi di cassa a 12 mesi, con l’attestazione della sussistenza ovvero dell’insussistenza dei ‘segnali di crisi’.
Rivendicando il titolo a chiedere queste informazioni, l’ad Mattarella dice che “la richiesta di Invitalia è rimasta inevasa” ma la comunicazione con cui la società del Mef “ha contestato il difetto di informativa non può essere considerata ‘gratuita’, ‘offensiva’, ‘diffamatoria’, o lesiva di un qualche diritto di Adih o di suoi amministratori”. A ciò si aggiunga che l’11 settembre è stato sottoscritto un Memorandum of Understanding “senza che ne fosse stata data alcuna comunicazione e preventiva informazione al consiglio di amministrazione della holding capogruppo”. Inoltre, il rappresentante del privato, “in occasione delle riunioni consiliari del 21 settembre e del 16 ottobre, non ha fornito alcun dettaglio in proposito pur essendo stato personalmente firmatario”. 
Il socio pubblico è stato quindi tenuto all’oscuro e questo determina “il sorgere di precise responsabilità”. Un’altra contestazione riguarda il gas: “l’omesso versamento in favore di Eni rischia di compromettere in modo irreparabile sia i rapporti con tale fornitore (il quale, a quanto risulta, si è reso indisponibile alla futura fornitura di gas), sia la continuità aziendale”. Quindi Invitalia chiede “di sapere se e quando verrà posto rimedio all’omesso versamento”. 
Infine, considerato che “nessuna richiesta di intervento finanziario dei soci” è stata ancora formalizzata, si chiede ad AdI di “chiarire se sia effettivamente tuttora necessario e sufficiente un ulteriore sostegno finanziario, da parte dei soci, di 320 milioni di euro e come tale somma sia stata calcolata, fornendo specifiche indicazioni sulle prospettive di continuità aziendale per un congruo periodo”.

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