Il sindaco rinvia il consiglio: referendum sul depuratore

Il sindaco rinvia il consiglio: referendum sul depuratore
di Nazareno DINOI
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Lunedì 3 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:13
Con una mossa improvvisa, ma che era già nell’aria, il sindaco di Manduria, Roberto Massafra, ha annunciato il rinvio a data da destinarsi del Consiglio comunale sul depuratore che era stato già convocato per venerdì prossimo 7 aprile. Nella stessa nota affidata al suo profilo Facebook, il primo cittadino ha fatto sapere di non escludere la possibilità di spostare la sede del costruendo depuratore consortile, individuato in zona Urmo Belsito e che darà incarico ai tecnici di individuare aree alternative. Infine Massafra si è detto disposto, in presenza di disaccordi, a dare l’ultima parola ai cittadini attraverso un referendum consultivo per la definitiva scelta dell’ubicazione dell’impianto.
La decisione è l’esito di diversi fattori, primo tra tutti l’eccezionale spinta della protesta del 31 marzo che ha richiamato ad Avetrana migliaia di manifestanti provenienti anche da Manduria, che hanno sfilato al grido di «No Urmo, No scarico a mare». La marcia indietro del sindaco, è anche la conclusione di un’accesa riunione di maggioranza che si è tenuta sabato sera. In quella occasione molti dei suoi stessi assessori e consiglieri comunali hanno espresso disappunto per le sue recenti scelte in materia ambientale ed hanno criticato il divieto, poi ritirato, della piazza per la manifestazione dei comitati ambientalisti prevista per il 7 di aprile, in concomitanza con il Consiglio annullato ieri.
 
Nella tarda mattinata d ieri il sindaco Massafra ha informato la città con queste parole: «È necessario rinviare il consiglio comunale ad un momento successivo, per dar modo di elaborare una proposta che sia accettata dai cittadini, partendo dal presupposto che non basta non scaricare a mare, come si era sinora detto, ma bisogna trovare un altro sito. Non sono in grado – aggiunge - di garantire che questa via sia percorribile, visto che sullo spostamento del sito si sono già pronunciati in maniera negativa il Tar e il Consiglio di Stato, a seguito del ricorso presentato nel 2011 dall’amministrazione Tommasino». Poi l’apertura allo spostamento del sito che accontenta Avetrana sui cui confini territoriali è previsto il depuratore. «Ma se fosse possibile delocalizzare il depuratore in un’altra località che vada bene alla maggioranza dei cittadini di Manduria, non saremo certo noi ad opporci».
Ed ecco, infine, gli impegni del sindaco. «La mia proposta, qualora non ci fosse unanimità di vedute, è quella di indire, una volta incartato il definitivo abbandono di ogni ipotesi di scarico a mare, un referendum popolare cittadino per scegliere il sito tra quelli ritenuti possibili dai tecnici».
Due marce indietro in meno di 36 ore da parte del sindaco (la revoca del divieto di manifestare e la sospensione del consiglio comunale), che potrebbe essere anche la chiave per smorzare le proteste e consentire una futura seduta consiliare senza la fastidiosa presenza di manifestanti nell’aula. E’ questo il dubbio che sta tenendo occupata la mente degli ambientalisti alle prese con le fasi organizzative dell’annunciata manifestazione del 7 aprile. 
A proposito di comitati, da segnalare lo sfaldamento di quello storico, «Noscaricoamare». Da ieri non ne fanno più parte i componenti del movimento politico civico, «Manduria Migliore». All’origine dell’abbandono, la scarsa democrazia all’interno dell’organismo. «Negli ultimi tempi purtroppo – si legge in un comunicato - abbiamo dovuto subire più volte comunicati ed opinioni pubblicamente espresse a nome di tutto il Comitato che non condividevamo e delle quali, il più delle volte, non siamo stati neppure informati». Con le stesse motivazioni ha lasciato il comitato anche Domenico Sammarco, presidente della Proloco di Manduria nonché portavoce del comitato stesso. 
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