Lorenzo morì a cinque anni di cancro: a processo gli ex dirigenti dell'Ilva

Lorenzo morì a cinque anni di cancro: a processo gli ex dirigenti dell'Ilva
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Martedì 6 Febbraio 2024, 09:12

Battaglia tra accusa e difesa sull'ingresso nel processo degli atti dell'incidente probatorio di "Ambiente svenduto". Così ieri mattina è ripreso nell'aula D del Tribunale di Taranto il processo con al centro il dramma del piccolo Lorenzo Zaratta, il bimbo tarantino ucciso a soli cinque anni dal cancro. Il volto di Lorenzo e il coraggio del suo papà Mauro sono da anni un simbolo della sofferenza della città dovuta all'inquinamento ambientale. E da anni proprio il papà di Lorenzo, con grande dignità e compostezza, chiede giustizia per la morte del suo bimbo.

La vicenda

A giudizio, dinanzi al giudice Anna Lucia Zaurito, sei ex dirigenti dello stabilimento Ilva, chiamati a difendersi dalla contestazioni di omicidio colposo. Il pm Mariano Buccoliero, nel capo d'accusa contro gli imputati, sostiene che il cancro che ha ucciso Lorenzo sia stato provocato dalle emissioni nocive della grande fabbrica. Fumi e polveri micidiali che il bimbo avrebbe assunto nel periodo fetale. Veleni che la mamma di Lorenzo aveva respirato durante la gravidanza, quando ha lavorato in uno studio situato nel rione Tamburi e che avrebbero scatenato la grave malattia che alla fine ha ucciso il bambino.
La connessione tra quei veleni e la patologia di Lorenzo è stata avvalorata dalle consulenze di parte, nelle quali è stato evidenziato il plausibile nesso causale tra l'inquinamento e la malattia.
Come si ricorderà, il procedimento ha già vissuto un capitolo importante della sua storia dinanzi al giudice delle udienze preliminari. Il magistrato, infatti, al varco dell'udienza in camera di consiglio, ritenne fondate le argomentazioni dei difensori e dichiarò il non luogo a procedere per i sei imputati. Contro quel verdetto, però, ha proposto appello il pm Buccoliero. Il suo ricorso è stato accolto dalla Corte, presieduta dal giudice Giovanna De Scisciolo. La decisione, quindi, ha spalancato le porte al processo dinanzi al giudice Zaurito. Con imputati Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento llva (difeso dagli avvocati Pasquale Annichiarico e Enzo Vozza), Marco Adelmi (difeso dagli avvocati Raffaele Errico e Pasquale Lisco), ex responsabile dell'area Parchi, Ivan Di Maggio (difeso dall'avvocato Carlo Baccaredda Boy), ex responsabile delle cokerie, Salvatore De Felice (difeso dall'avvocato Leonardo Lanucara), ex responsabile degli altiforni, Salvatore D'Alò (difeso dall'avvocato Carlo Baccaredda Boy), ex responsabile dell'Acciaieria 1, e Giovanni Valentino (difeso dall'avvocato Gaetano Melucci), ex responsabile dell'Acciaieria 2.
I familiari del piccolo Lorenzo si sono costituiti parte civile mediante l'avvocato Leonardo La Porta.
 

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