S'impiglia la lenza nell'elica, diportista rischia di annegare

S'impiglia la lenza nell'elica, diportista rischia di annegare
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Lunedì 21 Agosto 2017, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 17:36
Momenti di terrore per un diportista tarantino che ha rischiato la vita nelle acque dell’Isola di San Pietro. L'uomo, un 62enne, era intento ad effettuare pesca con la lenza, quando l’amo della lenza si sarebbe impigliato nell’elica del motore. Nel tentativo di liberare l’amo, il diportista si è tuffato in acqua, ma il tentativo posto in essere si è rivelato più complicato del previsto. Sfortuna ha voluto che nel corso dell’operazione di che trattasi un repentino aumento del moto ondoso abbia fatto arare l’ancora dell’unità che così ha proseguito la sua navigazione  alla deriva verso gli scogli.
Il malcapitato ha cercato più volte di risalire a bordo del mezzo per tentare di impedire l’impatto con gli scogli, ma lo sforzo prolungato effettuato in acqua, complice anche la corporatura molto robusta del soggetto, lo aveva completamente sfinito privandolo di ogni forza. Così ha iniziato a bere molta acqua ed ha avvertito un grave malore. A questo punto solo la fortuna ha voluto che  un altro diportista, che si trovava in transito nella stessa zona, a bordo del proprio  gommone,  si accorgesse dell’accaduto inviando immediatamente una richiesta di soccorso tramite numero 1530 alla sala operativa della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Taranto, salvandogli di fatto la vita.
Immediato l'arrivo dei soccorsi: un membro dell'equipaggio non esitava a tuffarsi in acqua per aiutare il soggetto che oramai privo di forze era in procinto di annegare. L’operazione di recupero a bordo del malcapitato richiedeva l’intervento di diversi militari presenti a bordo delle due motovedette intervenute. L'uomo è, in stato di semi coscienza, è stato trasportato presso la calata 1 del porto di Taranto ove una autoambulanza del 118, preallertata da questa Sala operativa, lo prendeva in consegna per il successivo trasferimento al locale ospedale civile. L’unità da diporto nel frattempo finita contro gli scogli dell’Isola di San Pietro, veniva recuperata dagli ormeggiatori del porto di Taranto e rimorchiata presso la Lega navale di Taranto.
 
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