È iniziato alle 7 di questa mattina lo sciopero di 24 ore dei lavoratori dello stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto, di Ilva in As e dell'appalto indetto dai sindacati metalmeccanici e da altre categorie per richiamare l'attenzione sulla situazione delle fabbrica definita in «una fase di abbandono e pericoloso declino» e che rischia «una irreversibile condizione di spegnimento».
Sciopero Acciaierie: dal Governo risposte insoddisfacenti
Le risposte ottenute dal vertice di ieri a Palazzo Chigi sono definite insoddisfacenti dalle organizzazioni sindacali.
I sindacati
Nell'incontro di ieri, avvertono i sindacati, «non abbiamo ricevuto nessuna 'chiarà risposta su come il governo intenda risolvere questa annosa vertenza. Restiamo stupiti ed esterrefatti dall'aver appreso dal governo dell'interlocuzione in atto con ArcelorMittal per raggiungere un nuovo accordo, dopo quello di marzo 2020 a noi a tutt'oggi sconosciuto, che nella sua realizzazione sta mantenendo come filo di continuità con i Governi precedenti l'esclusione dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali». «Sarebbe delittuoso da parte del Governo insistere a trattare con chi nei fatti ha deciso di fare altro. Il Governo Meloni non esiti e spezzi le catene di questa insensata minaccia. Piuttosto, dopo i disordini di stamane, vada in discontinuità con le scelte dei Governi passati, peggio, le non scelte. Mostri la sua autorevolezza adesso e ascolti il grido di allarme che giunge dalla fabbrica e quello di un'intera città». Lo sottolinea Pietro Pallini, coordinatore provinciale della Uil di Taranto, nel giorno dello sciopero di 24 ore che è in corso nello stabilimento siderurgico di Taranto e all'indomani del vertice a Palazzo Chigi, giudicato infruttuoso dalle organizzazioni sindacali.