Hanno bloccato il ponte girevole di Taranto gli imprenditori dell'indotto ex Ilva aderenti ad Aigi, la cui protesta prosegue a oltranza da ieri: anche durante la notte è andato avanti il presidio davanti alla prefettura e poi si sono spostati sotto la sede del municipio. Le imprese invocano tutele per i crediti vantati nei confronti di Acciaierie d'Italia (almeno 140 milioni di ero) che rischiano di perdere in caso di ricorso all'amministrazione straordinaria, così come avvenne nel 2015 quando l' Ilva (si chiamava ancora così) fu commissariata e andarono in fumo crediti per 150 milioni. Diversi imprenditori si sono incatenati e hanno occupato la strada davanti al palazzo del governo. Nelle vicinanze sono stati montati dei bagni chimici.
La manifestazione di ieri
Ieri una rappresentanza dei manifestanti è stata ricevuta dal prefetto Paola Dessì, a cui sono state consegnate simbolicamente le chiavi dell'azienda.
Le imprese dell'indotto hanno sospeso da diversi giorni le attività per il Siderurgico e in molti casi hanno dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori. La protesta ora si è spostata sotto Palazzo di città. «L'unica possibilità - ha commentato Fabio Greco, presidente di Aigi - è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori. Questo ci darebbe la possibilità di ripartire».