Ex Ilva, rebus sulle cifre degli arretrati. Già ridimensionato il servizio mensa: “Cestini freddi in sostituzione del pasto caldo”

Anche ieri, infatti, è saltato l’approvvigionamento nelle sale di refezione e sui posti di lavoro

Ex Ilva, rebus sulle cifre degli arretrati. Già ridimensionato il servizio mensa: “Cestini freddi in sostituzione del pasto caldo”
Ex Ilva, rebus sulle cifre degli arretrati. Già ridimensionato il servizio mensa: “Cestini freddi in sostituzione del pasto caldo”
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 07:52

Sui crediti che l’indotto avanza da Acciaierie d’Italia è battaglia. L’azienda smentisce le cifre fornite da Aigi, l’associazione che rappresenta la maggioranza delle imprese, e dichiara che gli importi sono minori. Intanto va avanti il blocco delle prestazioni oda parte dell’indotto: lavori, servizi e forniture. Sono assicurati solo gli interventi di messa in sicurezza sugli impianti. Lo stop ha coinvolto anche la fornitura dei pasti caldi ai dipendenti di Acciaierie.

Anche ieri, infatti, è saltato l’approvvigionamento nelle sale di refezione e sui posti di lavoro. Acciaierie ha comunicato che le mense Acciaieria 1, Pla (Produzione lamiere) 1 e Ima (Impianti marittimi) 3 sarebbero state regolarmente aperte ma servendo “cestini freddi in sostituzione del pasto caldo”.

Normalmente, invece, i dipendenti di Acciaierie, che hanno un menù predisposto su base settimanale e possono scegliere tra cinque primi e quattro secondi caldi. Ogni giorno sono preparati migliaia di pasti.

Cosa succede

La copertura è assicurata su primo e secondo turno. Nel primo, con le mense e la consegna sulle postazioni di lavoro, nel secondo, invece, solo con la consegna. Adesso la distribuzione dei cestini al posto dei piatti caldi è dovuta al fatto che il personale dell’impresa Pellegrini, addetta al servizio di refezione nel siderurgico, sta entrando in fabbrica, nelle primissime ore del mattino, in numero inferiore rispetto alle necessità organizzative a causa dei presidi di protesta in corso davanti alle portinerie di stabilimento. Quest’ultimi sono promossi dall’indotto che rivendica i pagamenti arretrati. Anche l’arrivo dei generi alimentari non sta più avvenendo con regolarità. 
E difficoltà ci sono anche per il servizio di pulizia dei luoghi di lavoro, appaltato alla stessa Pellegrini. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno protestato con Acciaierie chiedendo “la giusta igiene e pulizia dei luoghi di lavoro” mentre, visto che non ci sono i pasti caldi, è stata chiesta per gli operai normalisti l’uscita alle 15 con ingresso alle 7.

Aigi, l’associazione dell’indotto, dichiara che “l’interruzione di tutte le attività proclamata da tutte le aziende operanti all’interno dello stabilimento e del porto, è volta al solo fine di tutelare la sopravvivenza di tutte le aziende dell’indotto che attendono ancora da mesi di ottenere quanto dovuto a fronte del lavoro svolto sino ad ora. Acciaierie d’Italia, infatti, continua a non pagare le fatture dei suoi fornitori e l’attuale management, in questo momento, è l’unico responsabile, in quanto è l’unico soggetto in grado di garantire il pagamento delle fatture, propedeutico allo svolgimento delle attività di manutenzione e prosecuzione delle attività produttive dello stabilimento”. “Auspichiamo quindi da parte del Governo una ripresa immediata dell’interlocuzione con l’indotto al fine di scongiurare gli effetti nefasti derivanti dall’eventuale amministrazione straordinaria” chiede Aigi. Anche Casartigiani interviene e mantiene il presidio dei trasportatori con i loro mezzi sul piazzale della portineria C.

“Se siamo giunti a questo punto, è solo unicamente colpa dell’amministrazione delegato. Non accettiamo che ci vengano addossate delle responsabilità e delle colpe inesistenti. Gli autotrasportatori e i lavoratori dell’indotto hanno prestato servizio fino al mese scorso anticipando ingenti somme di denaro che non sono ancora state restituite”, osserva Stefano Castronuovo, coordinatore regionale Puglia di Casartigiani. Che ha calcolato per l’area di Taranto, e sino a novembre, un credito di 4 milioni, che salgono a 5 se si valutano pure gli ultimi giorni, compreso dicembre 2023. Ma sui crediti, come detto, è battaglia. Acciaierie d’Italia risponde ad Aigi e precisa che “l’esposizione corrente per servizi resi nel 2023 è ampiamente inferiore ai dati pubblicati dalle associazioni di categoria” dichiarandosi “disponibile ad una verifica condivisa”. “Relativamente ai crediti ceduti dai fornitori a Banca Ifis per l’anticipo degli importi, Acciaierie d’Italia - spiega la società - informa di aver sempre onorato tutte le scadenze mensili nei confronti dell’Istituto finanziario, inclusa quella del 31 dicembre scorso”. Aigi aveva dichiarato un credito diretto di 134.341.819,05 euro (comprensivo anche delle imprese non associate) ed uno ceduto a Banca Ifis di 17.091.215,23 euro. 

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