«La pandemia? Disobbedite. E i partigiani erano un branco di assassini»: bufera sul prof di storia. Il provveditorato valuta la sanzione disciplinare

«La pandemia? Disobbedite. E i partigiani erano un branco di assassini»: bufera sul prof di storia. Il provveditorato valuta la sanzione disciplinare
di Massimiliano MARTUCCI
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Giovedì 4 Marzo 2021, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 19:17

«Rinnovo il mio appello a tutti i cittadini italiani alla disobbedienza civile. Organizzate il vostro Natale come tutti gli anni, andate da chi volete e dove volete. Abbracciate e baciate le persone che amate. Se vi dovessero fermare date i documenti e accettate il verbale. Arrivati a casa potrete utilizzarlo al posto della carta igienica… Non fatevi umiliare ulteriormente, siate coraggiosi e fregatevene delle regole criminali di questi personaggi squallidi. Riprendiamoci il Natale!». Queste le parole espresse sul profilo Facebook di un docente di storia di una scuola superiore della provincia di Taranto a dicembre scorso. A riferirlo è l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia che, con un comunicato firmato dalla segreteria nazionale, porta alla luce alcuni fatti accaduti a dicembre scorso.

Il docente di storia avrebbe addirittura anche affermato: «I partigiani, un branco di vigliacchi e assassini... a guerra finita hanno ammazzato e violentato donne e bambini.... anti-italiani al soldo degli stranieri...». Sul suo conto il provveditorato avrebbe aperto un'inchiesta, su segnalazione del dirigente scolastico che a sua volta sarebbe stato sollecitato da un cittadino, forse un genitore di qualche alunno. Avviata l'istruttoria, che non è ancora conclusa, succede qualcosa di inaspettato. Come denuncia lo stesso ANPI, il dirigente del provveditorato avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei confronti del funzionario della stessa amministrazione che segue la pratica, perché reo di essere vicepresidente dell'associazione partigiani di Taranto, violando, secondo quanto comunicato dall'associazione, l'articolo del contratto nazionale che recita: «astenersi dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere direttamente o indirettamente interessi finanziari o non finanziari propri, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado».

L'ANPI spiega: «Fattispecie che evidentemente non coinvolge né l'ANPI né quindi il suo rappresentante locale e il cui richiamo configura dunque di fatto un grave atto di discriminazione.

Chiediamo con forza che si assumano immediati provvedimenti contro il docente e che venga tutelato il lavoro e la dignità antifascista del nostro Vice presidente provinciale di Taranto». L'ANPI denuncia, quindi, due fatti. Il primo è quello di un docente di scuola superiore che invita attraverso un post su Facebook a boicottare i provvedimenti anticontagio, mettendo a rischio, di fatto, la salute delle persone. Attraverso il suo profilo avrebbe anche espresso giudizi nei confronti dei partigiani, prefigurando «un reato di violazione delle leggi dello Stato e di vilipendio alla Resistenza da cui sono nate la Costituzione e la Repubblica», come scrivono dall'ANPI nazionale. Il secondo riguarda il provvedimento disciplinare nei confronti di chi sta istruendo la pratica, su mandato della stessa amministrazione. Una vicenda fumosa.

Solidarietà nei confronti del funzionario è espressa da Paolo Peluso, segretario generale della Cgil di Taranto: «Gli effetti di questa pandemia probabilmente li vedremo alla lunga. Gradatamente stiamo assistendo allo svelamento delle "povertà" umane che spesso nulla hanno a che fare con le questioni di censo». Riferendosi al lavoratore: «Alla "colpa" di lavoratore ligio al suo dovere si sarebbe aggiunta anche la lettera scarlatta di figura apicale dell'Associazione che riunisce i valori attorno alla Resistenza. Così al posto di punire il docente per cui si era istruito il richiamo, oggi c'è il vice presidente dell'ANPI sul podio degli imputati. A tutta l'ANPI e a questo lavoratore in particolare, tutta la nostra solidarietà». Al momento in cui scriviamo l'istruttoria nei confronti del docente non è conclusa, e potrebbe subire un rallentamento a causa della sanzione nei confronti del funzionario del provveditorato che sta seguendo la pratica.

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