Mottola e tutta la Puglia esultano per l'impresa di Antonella Palmisano, che ha portato una nuova medaglia d'oro ad una regione che a Tokyo ha raccolto più di molti Stati. «Se è un sogno non svegliateci!», esulta il sindaco della cittadina del tarantino dove è nata la marciatrice. «Un urlo di gioia dalla Puglia e dall'Italia verso Tokyo, ben tre delle otto medaglie d'oro italiane vengono da atleti pugliesi», replica il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mentre di «giornata epica per l'atletica pugliese» parla il presidente di Coni Puglia, Angelo Palmisano.
La chiamata a casa in dialetto
"Non mi dite più che dovrò fare la casalinga!".
Il marito anche lui marciatore
Se in Paese festeggiano, alcune centinaia di chilometri più a Nord, alla periferia di Roma, è il marito della campionessa olimpica, il marciatore Lorenzo Dessi, che ha seguito la gara al centro sportivo della caserma all'Infernetto, insieme con allenatori, tecnici e gli altri atleti. «Per la testa che aveva oggi, non ci sarebbe stata rivale che poteva batterla», dice Dessi, ricordando che, solo un mese fa, i giochi sembravano a rischio per la campionessa tarantina, per colpa di un'infiammazione.
Il superamento del problema
«È riuscita a tamponare il problema ma mentalmente è riuscita a rimanere focalizzata su quello che voleva fare - racconta il marito - vincere alle Olimpiadi». Era per questo che si era trasferita a Roma per allenarsi, ci lavorava da nove anni ed era «talmente forte la motivazione - aggiunge Dessi - che qualsiasi dolore o problema era secondario» a «sofferenza» è rimasta per lo sposo e i colleghi delle Fiamme gialle che guardavano la marcia a 10 mila chilometri di distanza «accomunati dall'obiettivo di tifare Antonella, e lei col cuore sapeva che eravamo tutti lì con lei». Poi, nel momento decisivo degli ultimi cinque chilometri, «non ce n'era per nessuno e si è presa l'oro. Del resto - afferma con orgoglio il marito - quando aumentano i ritmi, il gesto tecnico spesso viene un po' a mancare e Antonella, su questo, è la marcia in persona».