Il Borgo di Taranto si prepara alla rivoluzione dei dehors, per avvicinare sempre più la città a una realtà turistica capace di coniugare servizi e decoro, immagine e fruibilità, in equilibrio con le esigenze dei residenti e dei visitatori e la visione che l’amministrazione comunale ha del futuro.
Il piano
Il problema degli spazi esterni di bar e ristoranti a disposizione dei clienti, come spesso viene evidenziato, è che finiscono col sottrarre posti auto in un’area già carente. Fatta eccezione per via Di Palma e via D’Aquino che sono quasi esclusivamente pedonali e dove si concentrano buona parte dei dehors, le altre strade principali nel cuore di Taranto ne risentono maggiormente: gli stalli per il parcheggio diminuiscono, mentre le lamentale aumentano.
«Esiste un vecchio regolamento, assolutamente anacronistico, che è ancora attuato: la procedura per ottenere il permesso prevede che gli esercenti presentino il progetto che deve essere avallato dalla Soprintendenza e dalla Polizia Locale. Ottenuto il parere favorevole, dovranno attenersi a quel progetto autorizzato. Può accadere che qualcuno non rispetti il progetto presentato: in quel caso, su segnalazione o a campione come sta avvenendo esattamente in questi giorni, proprio per verificare la liceità di alcuni spazi occupati, la polizia commerciale effettua dei controlli. Ne sono stati fatti diversi e sono stati multati 4-5 operatori che avevano sforato per dimensione e per tipologia. Alla seconda multa si può arrivare anche all’ordinanza di chiusura», spiega Fabrizio Manzulli, assessore allo Sviluppo economico.
«Dobbiamo però intenderci - rilancia a questo proposito -: vogliamo una città turistica e accogliente o una città intasata dalle auto? Il Piano urbano della mobilità sostenibile che è stato redatto e che va avanti ci spinge come cittadini a utilizzare mezzi alternativi e mezzi pubblici: oltre alle Brt (bus elettrici a transito veloce, ndc), i cui lavori inizieranno a gennaio, in sinergia con il mio collega alla Mobilità sostenibile si stanno studiando i Park & Ride che partiranno da fine agosto-primi di settembre; abbiamo trovato le risorse per un secondo Park & Ride a Porta Napoli, oltre quello di Cimino; ci saranno 5 bus elettrici per il trasporto dai Park & Ride fino in centro; con il bando per la mobilità alternativa arriveranno oltre ai monopattini anche gli scooter elettrici, le auto elettriche, le bici a pedalata assistita. Capisco le lamentele, ma sono anche strumentali. La Marina ci ha concesso altri 400 posti auto gratuiti alla Torpediniere: le alternative al problema storico dei parcheggi ci sono».
Venerdì, tornando al tema dei dehors («che sono pochissimi rispetto alle attività presenti»), è stato inviato alla presidenza del consiglio il nuovo Piano integrato d’ambito (Pia). «Prevede, in linea con le regole nazionali, una nuova formula che elimina quelle strutture chiuse e obbrobriose soprattutto in zone sensibili della città: è stato condiviso con la Soprintendenza, che ci ha già dato un parere favorevole; semplificherà l’iter autorizzativo, perché non servirà più il parere della Soprintendenza ma basterà rispettare il regolamento, tranne in casi straordinari; indica i materiali da utilizzare; sono vietate le plastiche; sono vietati gli ombrelloni brandizzati, sempre nelle zone sensibili della città.
Il nuovo piano dei dehors passerà dalla commissione Attività produttive, dove verranno invitati gli stakeholder, e poi dal consiglio comunale per l’approvazione, che «mi auguro abbia la lungimiranza di capire che va fatto ordine anche in quel settore». E cita alcuni esempi: «Se pensiamo a Martina Franca, dove i dehors sono molti di più, oppure a Ostuni e Lecce, ci sono piante, sedie, tavolini e ombrelloni, facilmente rimovibili anche in caso di grandi eventi». Il punto, però, insiste Manzulli, è quello di partenza: «Che futuro vogliamo per la nostra città? Possiamo pure vietare tutti i dehors: vogliamo desertificare ancora di più il Borgo? Vogliamo tornare indietro di dieci anni? Vogliamo il posto auto sotto casa o discutere del parcheggio Artiglieria sempre vuoto? O del parcheggio Torpediniere che si riempie a fatica perché trovano scomodo parcheggiare lì giù e risalire con la navetta? C’è in programma un parcheggio sotterraneo, ci hanno presentato un project financing, ma ci vuole tempo per realizzare queste cose. Se il problema dello shopping, poi, è di fare troppa strada con le buste, c’è una soluzione che alcuni commercianti hanno avanzato, che è quella della consegna direttamente a casa, e c’è la disponibilità. Ricordo però che anche in tante altre realtà turistiche, in occasione di eventi e non solo, la viabilità ne risente e parcheggiare non è così semplice: spesso bisogna camminare parecchio, ma soltanto a Taranto questo diventa un ostacolo, vorrei capire perché».