Scippi a raffica, nel mirino le anziane: in quattro finiscono in carcere

Un fotogramma del video dello scippo
Un fotogramma del video dello scippo
di Michele IURLARO
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Venerdì 22 Luglio 2016, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 11:04
Prima uno scippo e poi un altro. E poi, un altro e un altro ancora, per una sorta di tour dello “strappo” capace di toccare, in due settimane, 13 centri delle province di Brindisi e Taranto per un totale di 16 episodi. Un tour, pure, organizzato e tutt’altro che casuale, secondo il modus operandi, questa la tesi degli inquirenti, proprio di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti con strappo.
Questa l’ipotesi di reato contestata a Bernardo Curto, 30enne, Rocco Chirico, 27enne, Giuseppe Leone, 25enne, e Pietro Nisi, 24enne, tutti di Villa Castelli e già noti alle forze dell’ordine. Tutti, pure, nel periodo preso in esame dai carabinieri della stazione di Oria e del Nucleo Operativo Radiomobile di Francavilla Fontana, presunto spauracchio di anziani e pensionati, prede predilette degli episodi poi finiti all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis.
L’indagine è stata avviata proprio dai militari federiciani guidati dal comandante Roberto Borrello alle prese - era il 28 agosto 2015 - con la denuncia di una 82enne di Oria, rapinata nei pressi della propria abitazione, su pubblica via, da uno sconosciuto che, dopo aver cercato di portarle via la borsa, era fuggito a bordo di un’auto guidata da un complice con una collanina d’oro strappata dal collo della poveretta, finita pure in ospedale dopo una rovinosa caduta per terra.
 
Dalla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza era stato possibile individuare che i malviventi fossero fuggiti a bordo di un’Alfa Romeo 147 grigia, ovvero l’auto di Curto, ritenuto capo ed organizzatore del sodalizio. Ma questo, gli investigatori lo scopriranno solo in seguito. Dopo qualche giorno, a Latiano, un’altra vittima, questa volta di 88 anni, mentre si trovava seduta fuori l’uscio di casa in compagnia di una vicina, veniva “scippata” da un giovane della collanina in oro portata al collo. Il criminale veniva colpito ripetutamente con un bastone dall’amica della vittima, per poi rifugiarsi nella “solita” Alfa 147 con all’interno i complici del rapinatore. Proprio dopo questo episodio, le cose cominciano a farsi più chiare e i dubbi diventano certezze. O quasi. Le indagini confermano che l’auto è proprio quella in uso a Bernardo Curto. Ma non basta. Per rafforzare la loro tesi, i carabinieri tengono d’occhio il dispositivo Gps installato sul mezzo per conto dell’assicurazione con l’intento di seguire tutti i movimenti della banda, sventare nuove rapine e incastrare i criminali.

Con cadenza giornaliera, sotto il coordinamento della compagnia di Francavilla guidata dal capitano Nicola Maggio e con l’ausilio dei militari del Comando Provinciale di Brindisi, venivano disposti e organizzati servizi di controllo mirati e, pure, poco appariscenti, con auto in tinta civile e nessuna sirena. Operazione vecchio stampo, unita al raffronto dei tabulati dei cellulari dei sospetti con i dati forniti dal satellitare, senza trascurare le preziose testimonianze delle vittime. Alla fine, in una mix tra una partita di scacchi e una moderna e reale versione di guardie e ladri, gli investigatori hanno chiuso il cerchio arrestando, a margine di un inseguimento dopo l’ennesima rapina, questa volta a Mesagne, Curto e Chirico, fermati nei pressi di una gioielleria. Alla prima coppia, si aggiungevano poi i nomi di Leone e Nisi, ritenuti sodali dell’organizzazione e, quindi, protagonisti di alcuni degli episodi finiti nell’informativa e, quindi, nell’accusa del pubblico ministero Giuseppe De Nozza. Nello specifico, tra settembre e agosto, 10 rapine e sei furti con strappo tra Oria, Cellino San Marco, San Marzano di San Giuseppe, Sava, Latiano, Pulsano, Monteiasi, San Giorgio Jonico, San Vito dei Normanni, Mesagne, Carovigno, Montemesola e Martina Franca. A distanza di quasi un anno, ecco arrivare l’ordinanza firmata dal Gip. A Curto e Chirico, già detenuti, il provvedimento è stato consegnato in carcere dove poi è stato condotto Leone. Per Nisi, invece, il gip ha disposto i domiciliari.






 
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