Sonetti: "Atalanta-Lecce sarà un esame di laurea per i giallorossi"

Nedo Sonetti
Nedo Sonetti
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:22

L’Atalanta, per incominciare. La prima delle cinque promozioni in serie A, una cinquina che lo ha consegnato alla storia come una sorta di mago della serie B. La quarta a Lecce, dopo i colpi grossi di Udine e Ascoli. Per chiudere, la quinta con il Brescia all’alba del duemila.


Ne parla con modestia, Nedo Sonetti, da Prato, dove aiuta il figlio nella propria attività . «Tutte storie indimenticabili. A Bergamo eravamo negli anni Ottanta, in campo avevamo Roberto Donadoni, Agostinelli, Pacione, era il campionato 1983-84. Il presidente bergamasco era Bortolotti. Perdemmo al Via del Mare con il Lecce per un gol di Rizzo prima del fischio finale. A Bergamo pareggiammo per 1-1 e fu Paciocco a bilanciare il gol dei di Vella. Decisiva la serie positiva record, 29 gare senza sconfitte. Arrivammo primi». Il tempo di una pausa breve sul filo dei ricordi.

«A Lecce - riprende Sonetti - andammo in A da terzi in classifica a pari punti con la Reggina.

Con l’Atalanta perdemmo a Bergamo 2-1 e pareggiammo al Via del Mare. Era il Lecce di Semeraro, avevamo in squadra ottimi giocatori come Lorieri, Piangerelli, Sesa, Conticchio, Stellone, che era arrivato a gennaio, e poi Cyprien, Cimarelli».

Il prossimo match


E adesso Atalanta-Lecce, con un’Atalanta da anni grande protagonista nel calcio maggiore, in pianta stabile fra le grandi, che vuole ancora un posto in Europa, ed il Lecce di Saverio Sticchi Damiani e la sua pregiata squadra dirigenziale, e Pantaleo Corvino, la storia, e con lui Stefano Trinchera. Il Lecce che all’Atalanta magari guarda come ad un modello per il presente e per il domani, un ruolo di provinciale di lusso da confezionarsi addosso. L’ultimo sorriso, il pareggio con la Roma di Mourinho e Dybala, una classifica che la vede al pari della Fiorentina, anche se da laggiù dalla zona rossa, sta risalendo pericolosamente il Verona.


«È un Lecce che sta facendo molto bene, che tiene testa alle grandi, che ha pareggiato a Napoli e che in casa ha perso solo con Inter, alla prima giornata, e Juventus. Gli attuali 24 punti sono una dotazione importante in questo momento del campionato. Sì, questo muovo Lecce sembra che abbia tutti i requisiti necessari per diventare una squadra non più col ruolo di ascensore, ma capace di trovare cittadinanza stabile nel calcio di serie A». E sottolinea, Sonetti. «L’Atalanta ci è tornata definitivamente, al termine del primo decennio di questo terzo millennio ed ha superato ogni immaginazione possibile, diventando una realtà da prendere ad esempio in queste stagioni magari un po’ inquiete nel mondo del pallone. Ormai da anni costruisce tutto con lo stesso allenatore, non improvvisa, programma con intelligenza, sfruttando lo scouting a livello internazionale. A me piacciono molto gli ultimi due acquisti, Lookman e Hojlund. Ma si sta muovendo molto bene anche il Lecce sotto la guida di Corvino, uno che sa dove andare a scovare i futuri campioni. Ne sanno qualcosa a Firenze e gli sono grati. Per lui parla la sua carriera. Al suo fianco poi c’è un allenatore serio, bravo e intelligente come Marco Baroni che conosco direttamente per averlo avuto con me quando allenavo il Bologna. La mano del tecnico sta esaltando giovani come Hjulmand, un danese che Leo ha saputo portare a Lecce e che avrà un grande futuro. Strefezza sta dando il meglio di se stesso. E in difesa quel Baschirotto è stata un’intuizione felicissima di Corvino valorizzata al massimo da Baroni».

La salvezza


La questione salvezza? Sonetti la vede così. «Accade, quest’anno, che fra le neo promosse solitamente candidate al ritorno immediato in B, in serie difficoltà ci sia solo la Cremonese. Ma il Monza è una grande realtà che punta in alto e ad un futuro importante. Può essere così anche per il Lecce. Se supera l’ostacolo durissimo di Bergamo, grazie alla personalità ed al coraggio che la squadra ha spesso dimostrato sul piano del gioco, questo Lecce si potrà togliere qualche sfizio nella parte finale del torneo, proiettando lo sguardo sul domani. L’Atalanta per il Lecce è un esame di laurea».

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