Barbas, Bruno, Ingrosso e Levanto: "Gotti darà nuovi stimoli al Lecce"

Mister Luca Gotti
Mister Luca Gotti
di Antonio IMPERIALE
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Venerdì 15 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:10
La rivoluzione di marzo ha messo in scena un “professore” sulla via della salvezza. Obiettivo un “dieci e lode”, al termine delle dieci partite che segneranno il futuro del calcio leccese, di una squadra che aveva fatto sognare. La panchina giallorossa come la sua cattedra universitaria per Luca Gotti, gli studi di pedagogia per leggere i suoi nuovi ragazzi nell’animo, per liberarli dentro e farli tornare a dare il meglio di se stessi.
Ne sono convinti tutti, da Beto Barbas a Pasquale Bruno, da Egidio Ingrosso a Dario Levanto, il calcio leccese degli anni Ottanta, dell’alba dei Novanta. «In questo momento bisogna solo rimanere tutti calmi e pensare positivo - dice Beto Barbas, che di recente è tornato nel Salento, a Racale, per occuparsi della crescita dei giovani calciatori salentini -. Lottare per la salvezza fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato è la normalità per un club di provincia come il Lecce. Anche noi in passato abbiamo vissuto situazioni analoghe e ne siamo usciti con la compattezza di tutte le componenti. Tra l’altro, adesso è arrivato pure un nuovo allenatore che porterà nello spogliatoio nuovi stimoli per tutti e anche un po’ di serenità in più dopo tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane. Se all’inizio della stagione questo gruppo è riuscito a fare bene significa che le qualità ci sono e poi la situazione è difficile per tutte le squadre coinvolte, non solo per il Lecce». Pasquale Bruno è appena rientrato da Birmingham dove è stato con Alessandro Moggi, in contatto con l’Aston Villa. «Sono stato in Inghilterra per lavoro - dice - ma non ho perso una battuta del Lecce. Mi spiace che D’Aversa sia inciampato in quella maledetta vicenda, capisco il suo stato d’animo, siamo esseri umani. Gotti? Se Corvino lo ha scelto ha le sue certezze, li conosce tutti, e sa cosa serve in un momento come questo. E in questo momento bisogna remare tutti dalla stessa parte. Con la Salernitana sarà una partita difficile, i campani che sembrano già compromessi si giocano tutto e vogliono riaccendere le speranze. L’allenatore è importante, avrà la sosta per pensare sino in fondo ai suoi piani. Ma adesso per me non contano né la società, né i tecnici, non è questione di moduli, ma i responsabili sono essenzialmente i calciatori, e nei momenti di difficoltà si vede sia l’uomo, sia il calciatore. Come sono bravi a chiedere alla società i soldi per l’ingaggio, così dovranno essere bravi a venire fuori da situazioni che possono farsi sempre più difficili. Non ci sono alibi, in questo calcio dove i tecnici hanno staff di dieci persone e i giocatori hanno tutto. Il Lecce è nelle loro mani».
Egidio Ingrosso, il Lecce come primo approccio pallonaro, un debutto da vetrina in A contro l’Inter, in marcatura su Klinsmann, forse sarebbe stato utile al Lecce di oggi, per via delle sue capacità di sfruttare al meglio le palle ferme. Oggi opinionista di Telerama, avverte sui rischi della trasferta salernitana «contro un Liverani, ex col dente avvelenato e che si gioca l’ultima partita che possa riaccendere speranze di salvezza». E non ha dubbi: «Il Lecce non deve avere paura, dopo l’episodio di domenica che ha dato uno scossone ad un finale che può farsi difficile, deve mettere in gioco tutta la carica agonistica, deve stare dentro alla partita. Gotti? Mi è piaciuto molto in conferenza stampa, per la chiarezza delle idee, per il timbro di voce, per la pacatezza. È entrato in punta di piedi, mostrando il valore della sua cultura. Il suo comportamento a Udine nei riguardi di Tudor, è stato un segnale significativo dell’uomo, del suo stile. Immagino che magari potrebbe puntare a qualcosa di fresco, Sansone, Blin, Venuti e magari un ragazzo come Berisha, che ha qualità e stimoli. Adesso c’è l’urgenza del risultato. La pausa sarà importante». Dario Levanto, tre anni in A, e quattro in B con il Lecce ben 108 gare con la maglia giallorossa mette in guardia sui rischi di Salerno. «Forse è già condannata la Salernitana, ma ci crede ancora. Ha vissuto l’avvicendamento di tre allenatori, e Liverani si gioca tutto. Di Gotti parlano bene in tanti. Ispira fiducia. È arrivato a Lecce per via di quello che è successo con D’Aversa che non è però la persona che stanno descrivendo. Gotti dovrà toccare le corde giuste, secondo la sua lettura. Trova il problema del gol, dopo che ci eravamo illusi di Krstovic che ha iniziato bene e poi si è perso. Saggiamente Gotti ha già detto che non stravolgerà niente, come è giusto che così sia dopo soli tre-quattro giorni. Certo ci sarà da lavorare per i gol anche sul calcio da fermo. Serve certamente una risposta caratteriale, liberarsi dall’assillo, tornare a credere in se stessi. Fare risultato a Salerno sarà schiarire gli orizzonti».
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