Boninsegna: "Inter di alto livello, il Lecce si giocherà la salvezza negli scontri diretti"

Roberto Boninsegna
Roberto Boninsegna
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:25

L’Inter che arriva al Via del Mare domenica, all’ora del crepuscolo, porta in campo la storia. Quella di oggi, proiettata sul domani, quella di ieri, con i suoi testimoni che rimettono in gioco gli anni da favola, gli scudetti, le Coppe italiane e internazionali, le vittorie in azzurro, i mondiali. Le suggestioni pallonare che toccano il cuore, con i racconti di due protagonisti straordinari del calibro di Roberto Boninsegna e Fulvio Collovati.
La storia nerazzurra, contro la storia giallorossa, quella di una provincia del Sud che sa recitare il suo ruolo con grande dignità nel calcio miliardario. «È un Lecce che fa simpatia, una squadra che mette in scena l’orgoglio della sua terra, che vuole esserci in una realtà complessa come quella calcistica, che vuole farcela, che ha fatto simpatia specialmente nella fase iniziale, e che ultimamente si è fatta un po’ risucchiare ai confini della zona a rischio, ma che sa guardare avanti», parole e musica del super bomber mantovano, classe 1943, 113 gol con la maglia nerazzurra dell’Inter, in 197 partite in serie A, dal 1969 al 1976, 281 fra coppe italiane ed europee Nove gol nelle 22 partite con la maglia azzurra della Nazionale. 

Roberto Boninsegna, per tutti semplicemente “Bonimba” come lo aveva ribattezzato Gianni Brera quando giocava nel Cagliari accanto al compianto Gigi Riva. L’Inter, ma anche le storie di provincia che a risentirle sembrano favole. Come quella col Potenza in serie B. Interista, ma anche juventino, come dire il diavolo l’acqua santa. E sempre vittorie, scudetti, Coppe, gol. «L’Inter di oggi è una squadra di grande valore europeo segna tanti gol con Lautaro ma anche con Calhanoglu, con Thuram. E poi ha Barella a centrocampo.

Che dire, quella nerazzurra è una grandissima squadra». 

Il gol è quello sorta di oggetto misterioso che il Lecce cerca sulla via della salvezza e che magari vorrebbe trovare proprio nella partita più difficile, contro l’Inter che si è fatta irresistibile. «Però, chissà, il calcio è bello perché è bizzarro e a volte beffa ogni certezza. La speranza del Lecce magari può risiedere nella stanchezza che i nerazzurri possono portarsi addosso dopo l’impegno Europeo. Il finale di campionato ovviamente per il Lecce conterà soprattutto dalla giornata successiva, quando andrà in campo per gli scontri diretti e si giocherà tutto partendo da quel vantaggio sulle altre concorrenti che purtroppo si è ridotto. Ci sono diverse squadre nella zona a rischio che prende il via proprio dal Lecce. A parer mio, la Salernitana - che di recente ha cambiato il terzo allenatore - è quella che rischia di più». 
Lecce se la porta dentro, Bonimba. «In quello stadio venivo spesso quando allenavo l’under 21 di C. Leccese doc era il dirigente responsabile di Lega, il compianto avvocato Vittorio Mormando, e ricordo con piacere anche l’avvocato Antonio Rizzo, altro dirigente sportivo di spessore, pure lui leccese. So che oggi il Lecce ha una società di primissimo piano ed un pubblico che merita la serie A per i giorni che verranno».

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