Ricordate il verde coniglio di una celebre canzone dei Negramaro? Ora è anche una poltrona

Sangiorgi con Natuzzi e Novembre
Sangiorgi con Natuzzi e Novembre
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Lunedì 17 Aprile 2023, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 19:54

Ricordate il verde coniglio di una celebre canzone dei Negramaro? Ora è diventato anche una poltrona celebrativa, nata dalla collaborazione tra Giuliano Sangiorgi, l'architetto Fabio Novembre e il chief creative officer di Natuzzi, Pasquale junior Natuzzi. E' stata prodotta in edizione limitata di 100 pezzi e presentata in anteprima durante la Milano Design Week 2023.



Green rabbit, la presentazione sui social

E' lo stesso Giuliano Sangiorgi ad annunciare la nascita della poltrona green rabbit sui social. “Ci sono immagini - scrive - che lasciano il segno, canzoni che accendono il sogno e sogni che diventano a loro una volta immagini potentissime, vivide, reali, scolpite nei giorni di chi le incrocia, anche soltanto per un istante, anche solo attraverso uno sguardo fugace… e quell’occhiata fulminea è in grado di cambiare il modo di pensare, di vivere di una o più generazioni. E poi c’è un coniglio verde, anzi un “verde coniglio”, a green rabbit, che, da solo, si mette al centro di tutte queste cose e, come fosse da sempre e per sempre, le unisce e le traghetta verso una visione di un mondo nuovo, parallelo, ma mai distante da quel che è stato e sempre teso verso quello che sarà. È fatto di carne, ossa, pelle e calamaio. Di penne, di voce, di musiche lontane e future, di progetti e design visionari che costruiscono di punto in bianco un altro universo, pieno di nuovi significati e significanti. Così un animaletto irriverente e verde si siede comodo al centro di una poltrona e come una canzone diventa la vita di chi la canta o di chi la ascolta, così quel piccolo animale quella stessa poltrona la diventa".


«Ancora oggi ricevo tantissime domande sul vero significato del verde coniglio - ha detto Giuliano Sangiorgi intervistato da Vanity fair -.

Voglio però che rimanga per sempre così: il mio segreto, un po’ avvolto dal mistero»

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