Xylella, Camere di commercio in campo per la ricostruzione del paesaggio: lunedì il vertice

Xylella, Camere di commercio in campo per la ricostruzione del paesaggio: lunedì il vertice
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 21:24

L’assenza di una regia per la ricostruzione del paesaggio, la mancanza di fondi adeguati, di un apparato burocratico snello che affianchi gli agricoltori anziché ostacolarli. E poi l’avanzata - pur lenta - del batterio verso Brindisi e Bari. Le Camere di Commercio di Lecce, Brindisi e Taranto scendono in campo per farsi promotrici di un momento di confronto fra tutti le istituzioni, le imprese, le associazioni di ogni comparto dell’economia e offrire, così, l’opportunità di definire una strategia condivisa per riforestare il Salento dopo la devastazione della Xylella
A pochi giorni dal Forum sul tema che ha riunito, nella redazione di Quotidiano, i rappresentanti di Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Ordine degli Architetti di Lecce, della sezione agroalimentare di Confindustria e della Camera di commercio leccese, il presidente dell’ente camerale Mario Vadrucci ha quindi dato seguito alle intese e organizzato un tavolo più ampio, con l’obiettivo di accelerare la ricostruzione, sciogliendo i nodi che, fino a ora, l’hanno ostacolata. 

Il grido d'allarme delle Camere di commercio


Le Camere di commercio delle tre province - scrive infatti in una nota - «rinnovano il grido di dolore e la profonda apprensione per i devastanti impatti della Xylella fastidiosa sulle economie locali ed organizzano congiuntamente un momento di riflessione, puntando ad una sintesi delle istanze provenienti dai territori e ad esortare la definizione di una soluzione non solo di ristoro, ma soprattutto di rilancio, che ridoni prospettiva ad un’economia sfregiata da un terribile flagello e lasciata troppo a lungo in balia di interventi rivelatisi, nel tempo, scarsamente incisivi ed efficaci.

L’incontro, al quale sono stati invitati i parlamentari, i consiglieri regionali, i consiglieri camerali, le amministrazioni comunali e le associazioni si terrà lunedì 25 settembre alle 11 presso la Camera di Commercio di Lecce, alla presenza dell’assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, dell’assessore regionale al turismo, Gianfranco Lopane e dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Alessandro Delli Noci». Perché la prospettiva dalla quale guardare alla riforestazione necessaria non è più quella squisitamente agricola, ma è più ampia e articolata.


A subire un danno, dal deserto nel quale si è trasformato il Salento rurale, sono infatti tutte le imprese: quelle turistiche, costrette a spiegare a increduli turisti perché il verde sia scomparso dall’orizzonte; le imprese agroalimentari, chiamate a misurarsi non solo - in qualche caso - con la mancanza di materie prime, ma anche con il danno di immagine; e poi naturalmente le imprese agricole e della filiera olivicola, ridotta a niente. Basti pensare che degli oltre 400 frantoi esistenti nella provincia di Lecce nel 2013 - anno in cui fu accertata la presenza di Xylella nel Salento - ne sono rimasti sì e no una ventina. 

La sfida della riforestazione


Riforestare, per ora, è stata la sfida abbracciata da privati, da singoli imprenditori o piccole associazioni stanche di aspettare i tempi di una Pubblica amministrazione troppo lenta, farraginosa, confusa. C’è chi ha provato a intercettare i fondi del Pnrr per investire su una filiera dell’olio extravergine, credendo ancora nell’olivicoltura ma che sia di qualità. Chi, invece, ha preferito virare su altri tipi di coltivazioni, come il carrubo o frutti tropicali. 
Sullo sfondo, un progetto della Regione poco conosciuto e poco pubblicizzato, “Terre pioniere”, che partirà fra qualche settimana nella zona di Miggiano e che è stato redatto dalle Università della Puglia insieme a quella della Basilicata sotto il coordinamento della docente i Tecnica e Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Bari, Angela Barbanente. Un progetto nel quale si elencano le specie che potrebbero sostituire gli ulivi. Specie come il fico, il mandorlo, il carrubo che resisterebbero alla cronica carenza d’acqua del Tacco d’Italia e riuscirebbero a restituirgli la speranza e l’ossigeno che oggi gli mancano: Xylella ha infatti distrutto 90mila ettari di oliveti, soffocando il polmone verde più vasto di una terra arsa dal sole e dalle lentezze della politica. 

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