Turismo, il bilancio degli operatori: «Fascia media e italiani, abbiamo perso terreno». Crollo dovuto anche all'inflazione

Santa Croce a Lecce
Santa Croce a Lecce
di ​Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 20 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 14:47

La Regione Puglia prova a “tingere di rosa” i dati sulle presenze turistiche, con l’assessore al Turismo Gianfranco Lopane che parla di un mese di luglio con lo stesso trend del 2022 per quanto riguarda gli arrivi e con un incremento del 2 per cento per le presenze. Ma gli operatori invitano a guardare la realtà dei fatti e ad andare oltre i numeri: l’opinione unanime, infatti, è che a parità di presenze e di fatturato, si sia perso quasi completamente il turismo italiano e di fascia media (a discapito di tutte quelle strutture che hanno puntato proprio su questi target per i loro investimenti), a vantaggio di una domanda sempre crescente da parte dei turisti stranieri e di fascia alta. Insomma, a fronte di un risultato che, sul dato generale, potrebbe essere considerato soddisfacente, scendendo nel dettaglio c’è chi ci ha perso (e anche molto). 

Gli operatori


«Probabilmente - è il commento di Giancarlo De Venuto, presidente di AssoHotel Confesercenti Lecce e direttore dell’Hilton Garden Inn di Lecce - quelli comunicati dall’assessore sono dati accorpati. Ma la loro lettura deve essere più approfondita. Se, infatti, si analizzano i fatturati, globalmente, con l’aumento delle tariffe, si arriva ai livelli di luglio 2022. Ma dalla lettura deve emergere cosa si è compensato e cosa, invece, si è scompensato. Sono aumentati i turisti stranieri, ma si è ridotto notevolmente il turismo della classe media italiana. Per cui le strutture che lavorano con gli stranieri hanno lavorato bene, diversamente da quelle che lavoravano con gli italiani, che non hanno avuto nessuna compensazione». Nelle classiche destinazioni di mare, aggiunge De Venuto, «c’è stato un notevole calo per le strutture che lavorano con i clienti italiani. Lo stesso non si può dire per quelle strutture che lavorano con il turismo di lusso e con gli stranieri». Da qui l’esigenza di analizzare i dati «provincia per provincia, per tipologia di turista, per tipo di servizi, per numero di arrivi in aeroporto, così come vengono trasmessi a Pugliapromozione dagli operatori. Solo in questo modo si potrà arrivare ad avere un’analisi reale. Diversamente, si fa vedere solo la punta dell’iceberg». 


Conferma i dati di luglio, ma si dice preoccupato per quelli di agosto, Pierangelo Argentieri, presidente di Federalberghi Brindisi e direttore di “Tenuta Moreno”. «I numeri del mese scorso sono positivi - afferma - mentre quelli di agosto sono negativi. Agosto è il mese tradizionalmente più facile dal punto di vista turistico: se, nonostante ciò, i dati non sono confortanti, evidentemente non siamo più competitivi rispetto ad altri territori. È necessario chiedersi se ciò dipenda dai prezzi, dai servizi, dalla qualità percepita».

Anche Argentieri, poi, conferma che il turismo di fascia media e quello italiano hanno subìto una débâcle: «È questo il motivo per cui ad agosto riscontriamo questa situazione. Invece il turismo estero, che prima incideva in maniera più bassa, è ora cresciuto. Quello del lusso, infine, è un settore in cui le percentuali non sono ancora significative, perché la percentuale di posti letto sul totale, in Puglia, non è ancora così elevata». 

La fascia media


Di turismo di fascia media ormai quasi sparito dalle destinazioni pugliesi parla anche Giovanni Serafino, presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce e titolare della “Serafino Viaggi & Incoming”. «I dati di luglio forniti dall’assessore Lopane sono corretti», afferma. «D’altronde, l’assessore rappresenta un’istituzione, quindi non può fornire informazioni inesatte. Ciò che è cambiato, però, è il modo di fare turismo. C’è stato un incremento di turisti stranieri provenienti da località diverse rispetto a quelle degli scorsi anni. Per esempio, ci sono molti sudamericani, soprattutto brasiliani e argentini. C’è poi la costante presenza di turisti americani. Gli italiani, invece, sono molti di meno». E questo, continua Serafino, può dare l’impressione di un calo di presenze, soprattutto nelle città: «Manca il turismo italiano di livello medio, perché magari ha scelto altre destinazioni o forme di vacanza diverse. Lavorano molto, invece, le strutture che puntano sul turismo internazionale o le aziende agrituristiche, che sono aperte ad un turismo più di nicchia». Cambiano i mercati, dunque, e cambia il modo di fare turismo, così come sono cambiate le esigenze dei clienti. «Gli imprenditori che hanno investito nel turismo internazionale hanno lavorato e stanno lavorando; chi invece non ha investito, pensando di operare con il turismo italiano del Sud e del Centro Italia, ha incontrato difficoltà. È cambiato il modo di fare vacanza, prova ne sia che una città come Lecce non ha quasi più alberghi a tre stelle, così come le altre città della Puglia. Queste strutture vengono sostituite da b&b che, però, vivono di una forma di economia completamente diversa». Lo stesso discorso vale per le case-vacanza: «Se fino a qualche anno fa era facile riempire 500 appartamenti in affitto in una località marina nei mesi di luglio e agosto, oggi non lo è più, perché le persone puntano a fare vacanze diverse. Il turismo ha avuto un’evoluzione e l’imprenditore deve evolversi di pari passo per creare un prodotto che sia vendibile».
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