In Italia i posti letto di terapia intensiva pediatrica sono pochi e mal distribuiti: si va dai 128 posti letto al Nord, a fronte di un fabbisogno di 222, ai 55 del Sud, dove ne servirebbero 168, e ai 90 del Centro, sotto solo di 2 posti letto. In Puglia ci sono appena quattro posti letto all’ospedale pediatrico Giovanni XIII. Uno scenario a tinte fosche quello emerso dallo studio di un gruppo di esperti che ha pubblicato una lettera-denuncia sulla rivista Lancet per richiamare l'attenzione sulla "preoccupante situazione delle terapie intensive pediatriche nel nostro Paese".
L'appello dell'associazione Tria Corda
“Questi dati purtroppo ci danno ragione – afferma Antonio Aguglia, presidente di Tria Corda, l’associazione che da 11 anni si batte per la realizzazione del Polo pediatrico del Salento – e confermano, ammesso che ce ne fosse ancora bisogno, l’enorme divario esistente nell’accesso alle cure tra il Sud e il resto del Paese.
“Siamo disponibili a supportare la Asl Lecce in questo percorso - aggiunge Aguglia – Peraltro, abbiamo già svolto in passato un ruolo significativo nella formazione dei medici, ma ora l’importante è che i posti letto si attivino immediatamente. Questa situazione non è più tollerabile”.
Per il presidente di Tria Corda “lo sfascio del sistema sanitario della Regione Puglia, e non solo, ha finito per creare un’enorme disparità di trattamento nell’accesso alle cure. Il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, non è garantito a tutti i cittadini. Ecco perché sarebbe auspicabile riportare la sanità sotto l’egida della Stato”.
Il sogno del Polo pediatrico
I dati emersi dallo studio scientifico stanno a dimostrare che la realizzazione del Polo pediatrico del Salento è diventata oramai “un’impellenza, un obiettivo prioritario al quale politici e rappresentanti istituzionali non possono più sottrarsi.
Tria Corda ha chiesto e ottenuto dalla Asl Lecce di istituire un tavolo di lavoro congiunto per lo sviluppo ed il monitoraggio del Progetto “Polo Pediatrico del Salento” ma ad oggi l’Associazione non è stata ancora formalmente convocata. Ritardi che rischiano di rallentare – per l’ennesima volta - il percorso virtuoso che dovrà portare al traguardo finale con la costituzione del Polo pediatrico.