Tap, i sindaci: «Si è aperta una nuova fase di dialogo»

Tap, i sindaci: «Si è aperta una nuova fase di dialogo»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 2 Novembre 2023, 05:00

I sindaci confermano la trattativa in corso tra Tap e i nove Comuni del Salento per portare a casa le compensazioni mai arrivate al territorio per l’approdo del gasdotto che porta in Europa il gas azero. Una trattativa portata avanti dalla Provincia di Lecce: «Confermiamo l’avvio di una nuova fase di dialogo tra Tap e i Comuni interessati dall’intervento - spiega il presidente Stefano Minerva -. Vista la presenza di una pluralità di comuni e l’impatto della vicenda sull’intero territorio, alla Provincia, in quanto ente di area vasta, è stato chiesto di assumere il ruolo di coordinamento». 

Le compensazioni


Ma intanto cresce l’attenzione intorno alla norma sulle compensazioni energetiche approvata dal Consiglio regionale, che potrebbe rimescolare le carte. La legge, o meglio le modifiche al disegno di legge approvato a novembre 2022 e poi impugnato dal governo, rimette infatti in gioco il contributo economico fino al 3% dei guadagni complessivi per chi produrrà energia in Puglia, estendendo l’obbligo anche alle realtà già operanti sul territorio che non abbiano provveduto alle compensazioni. Non un atto retroattivo dunque ma di fatto un comma che retrodata la regola, coinvolgendo anche Tap. La legge, passata all’unanimità in una seduta dell’assise regionale alla disperata ricerca di unità, contiene però varie incognite. Sia rispetto alla possibilità di una bocciatura costituzionale sia rispetto ai rapporti con la multinazionale del gas, che puntava a chiudere la partita a 33 milioni. Almeno fino al raddoppio della portata della condotta. In cambio dell’uscita dei Comuni e della Regione dal processo, Tap ha infatti messo sul tavolo non solo i 25 milioni in ballo da anni e rimasti congelati dal muro contro muro tra le parti, da destinare alle amministrazioni direttamente interessate. Ma anche 8 milioni supplementari a titolo di generico riconoscimento per tutti gli altri comuni della provincia leccese. Una posta inferiore ai ristori prospettati inizialmente, oltre che rispetto alle cifre da capogiro chieste come risarcimento. Ma quanto meno una base di partenza per le trattative.
L’intesa, portata avanti dal numero uno di Palazzo dei Celestini con la delega a mediare (e tenere i ponti con la Regione), arriva a tre anni dall’apertura del processo in cui 8 Comuni e la stessa Puglia hanno chiesto a Tap il risarcimento per danni ambientali.

Ma arriva anche dopo anni dalle barricate degli ambientalisti e degli arresti dei manifestanti, oggi sotto processo, contro i quali anche la multinazionale sarebbe disposta a far cadere le accuse e, quindi, la costituzione di parte civile.

I pareri

Minerva spiega: «Con senso di responsabilità abbiamo convocato le parti che, dopo alcune difficoltà iniziali dovute ad una proposta ritenuta economicamente insufficiente, hanno ripreso a dialogare. Alla luce di uno scenario completamente mutato, anche per avvenimenti internazionali noti a tutti, stiamo facendo la nostra parte per rappresentare le istanze di tutta la popolazione e per ribadire che le opere strategiche come Tap devono necessariamente conciliarsi con le esigenze del territorio ed avere, attraverso le compensazioni previste dalle normative, ricadute positive di carattere ambientale, sociale ed economico. Aspetto che teniamo a sottolineare è la volontà dimostrata da tutte le amministrazioni, e accolta dalla società, di rivedere la posizione rispetto ai tanti ragazzi che hanno rappresentato il loro dissenso. La trattativa è sicuramente complessa a dagli esiti imprevedibili, non possiamo e non vogliamo dimenticare le tante ferite che abbiamo subito negli anni. Tuttavia siamo animati dalla volontà di non perdere possibili occasioni per il territorio». Poi l’apertura: «Dobbiamo guardare fiduciosi al futuro aprendo una nuova stagione che non deve lasciare nessuno indietro, soprattutto chi ha ritenuto di combattere una battaglia giusta. In questi ultimi giorni, alla luce dell’approvazione delle legge regionale sulle compensazioni, che potrebbe cambiare nuovamente il quadro, le parti si sono aggiornate al fine di consentire un approfondimento tecnico-giuridico sulla stessa legge».
Attesa anche a Melendugno, epicentro della battaglia contro il gasdotto, che oltre a ospitare sulle sue coste l’approdo e nell’entroterra la centrale di decompressione, fu tra le amministrazioni più agguerrite: «Ci sono stati degli incontri e sono in corso delle valutazioni - spiega Maurizio Cisternino, sindaco di Melendugno succeduto al simbolo della lotta No Tap, Marco Potì -. Ma aspettiamo di capire come ogni eventuale ipotesi si incrocerà con la nuova legge regionale sulle compensazioni». La prossima mossa, dunque, spetterebbe a Tap. Sempre che prima non intervenga la Corte costituzionale sulla validità della nuova normativa regionale.

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