Commissioni, frenata Pd. Mercoledì con Emiliano il vertice sulla maggioranza

Commissioni, frenata Pd. Mercoledì con Emiliano il vertice sulla maggioranza
di Alessandra LUPO
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 06:36

Si terrà mercoledì 25, il giorno prima del prossimo Consiglio, l’incontro tra la maggioranza regionale e il presidente Michele Emiliano. 
Il confronto, previsto per lunedì scorso ma poi slittato a causa del lutto che aveva colpito il governatore, servirà a tentare di dipanare i nodi politici rimasti irrisolti. In ballo c’è infatti la composizione stessa della maggioranza, compresi i ruoli che all’interno del Consiglio regionale spettano alle varie compagini. Non è un caso, infatti, che il Pd non abbia ancora consegnato i nomi per la composizione delle commissioni consiliari, il cui termine era stato fissato dalla presidente Loredana Capone per il 17. Il gruppo sarebbe insomma prendendo tempo per capire il da farsi. Anzitutto in merito alla posizione di Azione, che al momento esprime Fabiano Amati alla presidenza della commissione Bilancio (postazione di grande interese per i dem). 
Nonostante oggi a Foggia sia attesa Mara Carfagna, tra i testimonial della campagna elettorale della candidata Maria Aida Episcopo, sostenuta da centrosinistra, M5s e Terzo Polo, tanto nello schema nazionale quanto sullo scacchiere regionale, Azione non è al momento considerata organica alla coalizione regionale, con il centrosinistra che ha dovuto cederle anche la casella del segretario d’aula rimasta a Sergio Clemente dopo un lungo tira e molla. La presenza della formazione ai tavoli di coalizione anche per le comunali 2024 di Bari e Lecce, non ha ancora sanato la ferita di Brindisi, dove Azione appoggiò il centrodestra.

L'aut-aut dei democratici e l'ipotesi assessorato

Nell’ultima riunione del gruppo dem, l’ingresso dei calendiani in maggioranza aveva infatti come condizione la loro uscita dalla coalizione che sostiene il sindaco Giuseppe Marchionna. Un aut-aut che potrebbe essere posto anche a Emiliano, che a quel punto dovrebbe sciogliere la riserva.
Il rischio, sinora scongiurato, è che ne venga fuori un braccio di ferro con il Pd per uscire dal quale c’è anche chi ipotizza che il presidente possa persino mettere mano alla giunta, dando ad Azione un assessorato. In questo modo la commissione Bilancio potrebbe passare ai dem e Azione fare il suo ingresso (trionfale) in maggioranza. Fantapolitica? Forse, ma l’idea piace parecchio a Sergio Clemente. Il consigliere calendiano, cui si deve la ricomposizione dei rapporti tra il gruppo e il presidente, non ha dubbi: «L’ingresso di Fabiano Amati in giunta sarebbe un riconoscimento importante al suo lavoro e al nostro ruolo e sarebbe anche la soluzione politica perfetta». 
D’altronde a cavallo della sua elezione a guida di Italia Viva in Puglia, anche Massimiliano Stellato aveva prefigurato un avvicinamento Renzi-Emiliano. Nulla vieta quindi che possa riguardare anche Calenda.
Ovviamente lo scoglio principale è che per fare posto ad Amati, Emiliano dovrebbe sacrificare uno dei suoi assessori tecnici: Anna Grazia Maraschio o Rocco Palese, ultimamente parecchio bersagliati. Sulla prima, assessora all’Ambiente di Sinistra Italiana, il “fuoco amico” dei civici di “Con” era stato fermato dall’intervento dello stesso Emiliano, preoccupato anche degli equilibri baresi con i vendoliani.
Sul secondo, invece, assessore alla Sanità voluto direttamente dal presidente, qualcuno aveva messo in giro la voce di una lite furente con Emiliano parlando di assessorato in bilico, poi smentita dall’interessato.

Tuttavia la ritrosia di Emiliano a cambiare gli equilibri è ormai nota, come dimostra anche la permanenza in giunta di Gianni Stea nonostante abbia perso il gruppo consiliare di riferimento. 

Le altre caselle in bilico


Il puzzle, quindi, resta da comporre. E alle grandi caselle si aggiungono anche le piccole, su cui i partiti non riescono a trovare un accordo. L’ultimo esempio riguarda il Corecom, Ieri in commissione è stata nuovamente esaminata la posizione dell’ex parlamentare foggiano del Pd Michele Bordo, inizialmente ritenuto incompatibile per effetto della legge Severino che vieta il conferimento di incarichi pubblici a chi ha ricoperto attività politiche nei due anni precedenti al mandato. Situazione superata perché la norma si riferisce ai ruoli dirigenziali e non a quelli di garanzia. Ci sono poi le posizioni dei consiglieri uscenti Elena Pinto, Felice Blasi, e Giuseppe Scarcia che, in base alla legge regionale, avrebbero già esaurito il limite dei due mandati a disposizione. Anche qui però il conteggio partirebbe da dicembre 2022, ossia dalla data di modifica della legge istitutiva del Corecom. Risultato, un nuovo rinvio perché i gruppi “metabolizzino”. Ovvero perché tutti i pezzi coincidano.
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