Puglia Pride, Vendola sotto tiro. Ma Berlusconi "sconfessa" i suoi: «Impegno per i diritti gay»

Nichi Vendola durante il Puglia Pride di Lecce
Nichi Vendola durante il Puglia Pride di Lecce
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Lunedì 30 Giugno 2014, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 15:59

LECCE - Estremizzando, si potrebbe sintetizzare il tutto cos: Silvio Berlusconi spiazza e sconfessa i suoi, e di fatto si rivela un insospettabile alleato di Nichi Vendola sul delicato terreno dei diritti gay. Succede questo: sabato, nella Giornata mondiale dell’orgoglio omosessuale, a Lecce si è celebrato il “Puglia pride”, con il governatore pugliese Nichi Vendola in prima linea; dal palco di piazza Mazzini il leader Sel ha puntato il dito contro le istituzioni locali (Comune e Provincia, entrambe a guida centrodestra) assenti, accusate di «aver perso credibilità», parlando peraltro di «assenze che puzzano di Medioevo»; dai blocchi di Forza Italia e Ncd sono partite allora le cannonate contro Vendola e contro la manifestazione. Nota a margine: l’amministrazione comunale aveva comunque garantito il patrocinio. Nel pomeriggio di ieri, poi, le agenzie hanno rilanciato le dichiarazioni di Berlusconi, e sono parole che fanno letteralmente saltare il banco: «Quella per i diritti civili degli omosessuale è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e civiltà».

In Puglia è stata però la domenica delle polemiche. Gli esponenti leccesi di Fratelli d’Italia avevano già polemizzato circa il patrocinio del Comune all’iniziativa, ieri invece le frecciate avvelenate sono state scoccate dai consiglieri regionali Saverio Congedo (Forza Italia) e Andrea Caroppo (Nuovo Centrodestra). «Ci è ricascato anche questa volta - sottolinea Congedo - con il solito sussulto di intolleranza che definirei una “intolleranza al contrario”. Per Vendola è normale sfilare al Puglia Pride rappresentando un’intera Regione senza minimamente porsi il problema della condivisione dei pugliesi o almeno della maggioranza di essi. Ma passi pure questo peccatuccio di superficialità istituzionale. Arrivare però a criticare aspramente chi liberamente ha scelto di non sfilare e di non condividere è una palese dimostrazione di intolleranza e discriminazione. Non è lui a essere moderno e gli altri ad appartenere al Medioevo, ma il contrario». Carica a testa bassa anche Caroppo: «Posto che siamo tutti d’accordo sul fatto che le persone omosessuali vadano necessariamente accolte con con rispetto e che nei loro confronti occorra evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, non posso non farmi portavoce del sentimento di tanti leccesi e salentini che in questi giorni mi hanno confessato di aver ritenuto intaccata la bellezza e la storia del nostro capoluogo dall’esibizionismo che connota i Gay Pride e soprattutto dal patrocinio prestato dal Comune di Lecce. In tal modo, infatti, l’amministrazione comunale, a nome di tutta la cittadinanza ha formalmente manifestato condivisione per il calendario di eventi e per la piattaforma politica del Puglia Pride. Piattaforma che chiede lo snaturamento della millenaria istituzione del matrimonio e la sua apertura a omosessuali, bisessuali e trans e la possibilità per essi di accedere all’adozione. Ora il sindaco, i componenti della giunta ed il loro partito possono, ovviamente, anche dissentire ed invece condividere sul piano personale e politico le rivendicazioni di questa parte, minoritaria ma chiassosa, della comunità omosessuale; ma certo sarebbe stato più opportuno non impegnare tutta l’amministrazione comunale e la cittadinanza». Insomma: come se non bastasse c’è anche il fronte polemico interno al centrodestra, con gli alfaniani che stringono all’angolo l’amministrazione guidata da Paolo Perrone. Altra nota a margine: sabato l’atto conclusivo di piazza Sant’Oronzo (i matrimoni omosessuali per gioco, provocazione e sensibilizzazione) è stato pensato a voluto da Airan Berg, coordinatore della candidatura del Comune di Lecce a Capitale europea della Cultura nel 2019.

Immediata la replica da parte del centrosinistra a Caroppo e Congedo: «Trovo medievali - ha dichiarato Fabrizio Marra, segretario del Pd di Lecce - le dichiarazioni di qualche esponente in cerca d’autore del centrodestra. Discutere ancora oggi sull’opportunità o meno della celebrazione del Gay Pride a Lecce è solo una forma di puro esibizionismo per avere un po’ di visibilità sulla stampa. Il Pd è a favore della libera manifestazione, nonché del riconoscimento dei diritti civili». Toni analoghi da Luciano Marrocco, segretario salentino dei Giovani democratici: «Caro Caroppo, forse non sei a conoscenza delle tante persone che ancora oggi vengono ingiustamente perseguitate e pestate, a causa della loro sessualità. Quante, ancora oggi non sopportando le umiliazioni subite decidono di togliersi la vita. Spesso sono molto giovani. Credo che, più che il Puglia Pride, ad intaccare la “bellezza di Lecce” siano invece certe dichiarazioni e affermazioni».

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