Piano dei rifiuti in Puglia, oggi il Consiglio decide su discariche, impianti e tariffe

Piano dei rifiuti in Puglia, oggi il Consiglio decide su discariche, impianti e tariffe
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Martedì 14 Dicembre 2021, 05:00

Tempi stretti. Anzi strettissimi per l’approvazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti in Puglia. A quasi due mesi dal via libera in Giunta regionale, il documento che porta la firma dell’assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio oggi approda in Consiglio regionale. E dopo analisi, audizioni nelle Commissioni, proposte di emendamenti, confronto con i territori e proteste di piazza ora l’obiettivo del governo di Michele Emiliano è quello di ottenere il disco verde dall’Aula e chiudere la “partita” dei rifiuti entro la fine dell’anno. 

Disco verde dalla Regione entro la fine dell'anno per evitare sanzioni dall'Ue 

Sul punto non sono più ammesse proroghe: se il termine non sarà rispettato la Puglia sarà soggetta a procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. L’ultima finestra utile concessa per consegnare il nuovo piano che andrà a sostituire quello attuale in proroga ormai dal lontano 2013, infatti, è fissata proprio al 31 dicembre. Ma a dettare l’urgenza sono anche e soprattutto i 40 milioni di euro del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che arriveranno dal governo soltanto se la Regione dimostrerà di aver messo mano all’intero percorso per la selezione dei rifiuti, facendo un deciso passo in avanti verso la sostenibilità. I bandi pubblicati lo scorso 15 ottobre scadranno il prossimo 15 febbraio. Da qui, dunque, la necessità di accelerare superando ogni inciampo. Proprio come accadde nel 2018. Già due anni fa il documento sembrava, infatti, vicino all’approvazione ma la procedura di Vas si bloccò e a stopparsi fu anche l’iter verso l’approvazione in Consiglio. Il Piano fu solo adottato in Giunta in relazione alla parte dell’impiantistica.

Ma tant’è. 

Obiettivo: chiudere il ciclo dei rifiuti entro il 2025 

Ora la Regione ci riprova. L’obiettivo della nuovo documento è quello chiudere il ciclo dei rifiuti entro il 2025, raggiungendo il limite massimo del 20% in discarica nei prossimi quattro anni. Ma già dal 2022 i rifiuti urbani biodegradabili dovranno essere inferiori a 81 kg annui per abitante (nel 2019 erano 101). Del resto, dal 2030 sarà vietato lo smaltimento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, in particolare di quelli urbani. Economia circolare nella gestione, dunque.

Stop a nuove discariche ma restano i nodi "Martucci" e Corigliano d'Otranto

E stop a nuove discariche pubbliche, secondo il Piano. Ma anche la graduale dismissione già dal 2022 degli impianti di trattamento meccanico biologico dell’indifferenziata attualmente in esercizio. E dal prossimo anno dovrebbero chiudere anche i siti pubblici di smaltimento dei rifiuti biostabilizzati. Ma presto saranno pronti gli impianti di compostaggio di Bari e delle province di Brindisi, Lecce e Foggia. E ancora, con i 9 milioni di euro deliberati dal governo regionale si punta a realizzare, ampliare o adeguare circa 25 centri comunali di raccolta differenziata di rifiuti oltre ai 74 già finanziati. Via libera, infine, alla “tariffazione di prossimità” e meno costi a carico dei cittadini se si conferisce nella struttura più vicina. Un sorta di incentivo per i Comuni ad adottare il sistema di raccolta differenziata porta a porta soprattutto nelle realtà di Bari, Foggia e Taranto che, con le loro percentuali ancora basse di raccolta differenziata, a oggi producono insieme più del 30% dei rifiuti indifferenziati pugliesi.
In queste settimane, tuttavia, i nodi da sciogliere non sono mancati. E su alcuni fronti la partita sembra tutt’altro che chiusa. A partire dalle discariche. “Per l’indifferenziato in Puglia non sono previsti nuovi impianti pubblici” si legge nel Piano. “Al fine di soddisfare la domanda di conferimento riveniente dal trattamento del rifiuto indifferenziato - aggiunge la Regione - è necessario disporre di altri siti pubblici dal 2022 e di siti di smaltimento dotati di un titolo autorizzativo per i quali è stato già sottoscritto contratto di concessione”. In altre parole, in Puglia almeno per il momento ci sarà ancora bisogno delle discariche. E per questo ne sono state individuate due: la prima in Contrada Martucci a Conversano, l’altra a Corigliano d’Otranto, sulla più importante falda acquifera del Salento. 

Sindaci e territori sulle barricate e dubbi anche "sull'umido"

Sulle barricate i territori. Nel caso di Conversano, amministratori e cittadini sono convinti che la discarica “Martucci”, non essendo stata bonificata, sia ancora pericolosa e dunque inidonea ad accogliere nuovamente i rifiuti. Ma sono già pronti a diffidare la Regione anche associazioni, sindaci e cittadini del Salento. La richiesta è quella di individuare nel Piano un impianto alternativo a quello di Corigliano d’Otranto. 
C’è poi il capitolo “compostaggio”. Se l’obiettivo del Piano è quello di garantire l’autosufficienza del sistema e la prossimità dei conferimenti attraverso quattro nuovi impianti per la gestione dell’umido, la vera incognita resta il cronoprogramma. Tempi certi al momento sono previsti solo per l’impianto destinato a sorgere nella zona industriale di Bari che dovrebbe entrare in esercizio a metà del 2022. A Brindisi si punta invece al revamping di due impianti in disuso situati nella zona industriale e chiusi ormai da anni. Ma anche in questo caso per la messa in funzione se parlerà almeno nel 2022. Lavori in corso, ancora, a San Severo nel Foggiano dove dovrebbe sorgere un altro impianto. Tutto da definire, infine, il destino dell’impianto di Lecce. Il sito di Masseria Ghetta individuato dall’amministrazione di Lecce da mesi incrocia il fuoco di sbarramento dei sindaci di Trepuzzi e Surbo. Ma nei giorni scorsi da parte di alcuni sindaci sono emerse nuove disponibilità di siti che potrebbero colmare il fabbisogno di smaltimento dei rifiuti della provincia di Lecce stimato in 120mila tonnellate. Ipotesi sulla quale la Regione sembra intenzionata al confronto. Si vedrà. Intanto proprio ieri il Tar della Puglia ha annullato la determinazione della Regione Puglia del 2018 di rilascio dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) in favore della NewO spa per la realizzazione di un impianto di ossicombustione dei rifiuti nel territorio di Bari e a ridosso del Comune di Modugno. I giudici hanno ritenuto fondati tutti i motivi di ricorso del Comune di Bari. 
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