Sarà la prima Fiera del Levante senza Alessandro Ambrosi, il presidente morto qualche settimana fa dopo aver combattuto contro una malattia. E potrebbe essere la prima volta di una presidente del Consiglio donna a recitare la frase di rito: «Dichiaro aperta la 86esima edizione». Se Giorgia Meloni il prossimo 9 settembre ci sarà è presto per dirlo, ma dal suo partito evidenziano che, salvo imprevisti, non ci sono motivi per disertare l’appuntamento. Anzi. Potrebbe essere il palco giusto per rilanciare politicamente le ambizioni della coalizione del centrodestra che, nella primavera del 2023, punta a “espugnare” Bari e Lecce, per poi fiondarsi l’anno successivo sulla Regione Puglia. Mentre sicuramente sarà l’ultima inaugurazione, almeno nelle vesti di sindaco di Bari, per Antonio Decaro, in scadenza di mandato.
L'inaugurazione il 9 settembre
Non c’è ancora un programma dettagliato della settimana di “fuoco”, ma quella del 9 settembre è già un’inaugurazione ricca di significati politici.
La nuova società
Tanti i punti interrogativi dopo che la Nuova Fiera del Levante ha dovuto dire addio alla sua “guida”, all’artefice della rinascita della manifestazione dopo anni bui e complicati. Certo, la pandemia Covid-19 ha messo i bastoni tra le ruote rallentando la ripresa dell’ente fieristico e costringendo persino gli organizzatori a rinunciare all’edizione del 2021. Però è indubbio che rispetto allo spettro del fallimento, Ambrosi sia riuscito a rilanciare le ambizioni della vecchia ma non logora Campionaria. Correva l’anno 2014 quando la Regione approvò il piano di risanamento della Fiera che prevedeva anche la “privatizzazione” di una parte dei padiglioni. L’ente in quegli anni aveva vissuto uno dei periodi più difficili e aveva chiuso il 2015 con un buco di 3,3 milioni di euro. Da lì l’idea di Ambrosi di creare una nuova società che potesse occuparsi della gestione e dell’organizzazione di nuovi eventi e fiere, oltre che della Campionaria. Venne presentata una proposta di gestione, l’unica pervenuta attraverso un bando della Regione, avanzata da una cordata composta dalla Camera di Commercio di Bari e da Bologna Fiere. Nacque così nel 2017 “Nuova Fiera del Levante srl”, composta per l’85% dalla Camera di Commercio di Bari e per il 15% da Bologna Fiere Spa e che ottenne la concessione di parte del quartiere fieristico, dove realizzare le manifestazioni fieristiche e congressuali individuate dalla legge regionale. Da quel momento, che ha segnato un passaggio cruciale per la storia quasi centenaria della Fiera del Levante, gli sforzi per portare a nuova vita la Campionaria sono stati tanti.
Basti pensare che dal 2017 ad oggi sono stati organizzati ben 96 eventi: oltre alla Campionaria (saltata solo nel 2021) la Fiera ha aperto le porte a manifestazioni come Levante Prof, Promessi Sposi, Expolevante, il Salone dello Studente. Ma anche a fiere più di nicchia ma ugualmente attrattive, congressi ed eventi, mettendo a disposizione i padiglioni.
Fu difficile la decisione di non organizzare la Campionaria nel 2021, una decisione presa per la scarsa adesione delle aziende che, in quel determinato momento storico, versavano in enormi difficoltà e si leccavano ancora le ferite inferte dal Covid ai bilanci. Ma già nel 2022 la Campionaria è rinata registrando anche numeri record di presenze. Una edizione però alla cui cerimonia di inaugurazione non partecipò Ambrosi, per motivi di salute, e nemmeno la premier, ancora non ufficialmente insediata. Ecco perché quella di settembre potrebbe essere la prima volta per Meloni e anche l’ultima da sindaco di Bari per Antonio Decaro (nell’aprile del 2024 scade il suo mandato).