Scartato e ripescato: il sito di Lendinuso su cui scommette Eagle Lng (ed Emiliano)

La cartina dei tre gasdotti
La cartina dei tre gasdotti
di Francesco G. GIOFFREDI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Luglio 2017, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18:10

L'approdo fantasma, che appare, scompare, rispunta, guadagnando ogni volta nuova vita. Da Tap a Eagle Lng: Lendinuso, marina di Torchiarolo, torna prepotentemente alla ribalta. Il sito è stato scelto dalla Burns, holding energetica del molisano gruppo Falcione: l'idea è quella di innestare su quello spicchio di costa brindisina un gasdotto in arrivo da un rigassificatore al largo della costa albanese, 110 chilometri di condotta in mare e 18 chilometri di tratto terrestre per la connessione alla rete Snam (a Mesagne). Sarebbe il terzo gasdotto, dopo Tap (approdo a San Foca) e Igi Poseidon (Otranto): entrambi già autorizzati, nel primo caso c'è pure il cantiere.
Il progetto Eagle Lng ha comunque genesi antica, risale al 2008, e in Italia l'iter autorizzativo ministeriale in fase di Via (Valutazione d'impatto ambientale) è fermo da anni. E allora? Perché da 48 ore il gasdotto Eagle Lng sta monopolizzando il palcoscenico? Semplice: ha in tasca il cauto sostegno di Michele Emiliano. Gli incontri sono recenti, il governatore ha scoperto l'opera da pochissimo, ma ora la impugna come una spada per partire all'assalto in una delle sue battaglie del cuore: Tap, il gasdotto con approdo a San Foca. Il ragionamento è il seguente: se Burns ha scelto Lendinuso, evidentemente lì si potrebbe spostare anche il Tap, senza più condizioni ostative. E si ricomincia: la marina di Torchiarolo riappare dall'ombra, dopo però che il consorzio Tap e il comitato ministeriale Via l'avevano scartata come possibile approdo in virtù - tra le altre cose - dell'alta concentrazione di posidonia. (le parole di Emiliano: leggi qui)

La conferenza stampa e i numeri. Ovviamente, il prudente endorsement di Emiliano può solo far piacere al management di Eagle Lng, che ieri per la prima volta s'è ufficialmente presentata all'Italia. La conferenza stampa s'è tenuta a Roma, negli uffici della Regione: circostanza che è un altro, rilevante, led acceso. Oltre al governatore c'erano Edmondo Falcione (presidente dell'omonimo gruppo), Fabio Greco (managing director di Eagle Lng) e Luca Clarizio (Nextlaw - società tra avvocati). L'opera, dunque: rigassificatore posato su una nave a 5 chilometri dalla costa albanese, materia prima fornita da Usa (ci sarebbe già un abbozzo di joint venture con la texana Next Decade) e Qatar e veicolata con navi metaniere gnl al rigassificatore albanese; sarà poi una condotta sottomarina (profondità massima di 815 metri) di 110 chilometri a portare il gas in Italia; raggiunto l'approdo brindisino, il tratto terrestre da 18 chilometri indirizzerà il metano verso il punto di connessione alla rete Snam (a Mesagne). La portata sarà di 4-8 miliardi di metri cubi di gas annui, «tale - è stato spiegato - da soddisfare fino al 10% della domanda». «Il sito individuato non ricade all'interno di aree protette e attraversa aree a scarso sviluppo urbano, mentre il tragitto corre in massima parte in parallelo e a breve distanza da una strada provinciale, senza quindi incontrare estese piantagioni di ulivi o altre colture agricole da sacrificare». Il costo complessivo dell'infrastruttura si aggira intorno ai 660 milioni di euro. (l'intervista a Falcione: leggi qui)

Gli scenari. Ma sul piatto della bilancia la Burns mette anche altro, per esempio i delicati equilibri geopolitici: «L'infrastruttura - ha aggiunto Greco - riduce il rischio geopolitico con forniture diversificate, senza essere costretti alla dipendenza da un unico Paese e senza dover attraversare Paesi politicamente instabili». Il riferimento è al Corridoio Sud, l'autostrada del gas battuta anche da Tap. Burns, oltre a puntare a una gestione elastica delle forniture, scommette anche su un cospicuo abbattimento del costo del gas rispetto ai competitor.
C'è poi l'accreditamento internazionale, sbandierato come altra credenziale dalla società: «Eagle Lng - fanno sapere - è compreso dal 2013 negli annuali decreti del ministero dello Sviluppo economico di aggiornamento della rete nazionale dei gasdotti, mentre dall'Ue ha ottenuto il riconoscimento come Project of Energy Community Interest assegnato a dieci infrastrutture per l'approvvigionamento di gas ritenute strategiche per gli interessi energetici». E però, secondo il governo Eagle Lng «non può apportare benefici alla diversificazione degli approvvigionamenti, considerato che già due progetti sono stati autorizzati con approdo nel medesimo territorio, uno dei quali in costruzione»: è quanto riportato nella relazione (luglio 2016) in merito alla proposta di Decisione del Consiglio dell'Ue sull'elenco di progetti d'infrastrutture energetiche.
Eagle Lng - precisano i manager - «ha già ottenuto le autorizzazioni del governo albanese, è in attesa del nulla osta Via del ministero dell'Ambiente la cui Commissione tecnica, nella fase di consultazione, non ha rilevato elementi di incompatibilità».

Chissà, ora, se la strizzata d'occhio di Emiliano accelererà in un modo o nell'altro il copione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA