Tecnici, operai specializzati e docenti: le figure più richieste in Puglia nei prossimi cinque anni. Il report completo

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di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 15 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:20

Nei prossimi cinque anni in Puglia si avrà un fabbisogno occupazionale di circa 218mila unità. In sintesi: i "nuovi lavoratori" che saranno assunti da aziende private o da Pubbliche amministrazioni da qui al 31 dicembre del 2028 saranno 218mila. La stima - dettagliata anche con le figure più cercate sul mercato - è del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E gli spunti sono particolarmente interessanti. Intanto perché la situazione pugliese è definita "positiva", e poi perché l'ingresso di nuove figure sul mercato (al netto della sostituzione di coloro che andranno in pensione) per la prima volta sarà più consistente al Sud che al Centro-Nord. Il merito è del Pnrr, che almeno da un punto di vista occupazionale dovrebbe migliorare le prospettive delle regioni meridionali.

Nel dettaglio: in Puglia 218mila nuovi lavoratori entro il 2028, di cui 68mila come somma dell'expansion demand (cioè al di là del turnover) e 150mila per rimpiazzare chi andrà in pensione. Poco più di un posto su tre sarà destinato ai laureati. Ma quello che emerge con forza dal rapporto sulle prospettive occupazionali è la ricerca, sempre più frequente, di figure che siano specializzate. Cala il numero degli operai non specializzati, cresce invece quello di tecnici ad alta formazione. Il turnover, poi, riguarderà anche figure apicali.

La stima per la Puglia

«La domanda di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 82mila unità, il 38% del totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa 77mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 38mila unità pari al 17% del totale. Nel quinquennio il 34,8% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria e il 52,6% lavoratori con un titolo di formazione secondaria di secondo grado», spiega Unioncamere. Messaggio chiaro: specializzarsi conviene, sarà questo il mercato del lavoro nel futuro prossimo.

Il rapporto mette in evidenza anche un'altra componente importante: l'expansion demand.

A tal proposito - spiega Unioncamere in un documento di oltre 150 pagine, con svariati numeri - emerge una chiara demarcazione tra le previsioni per le regioni del Nord, caratterizzate da un tasso di expansion medio annuo dello 0,4%, e quelle per Sud e Isole dove il tasso di expansion è più che doppio (+1%). "La ragione di questa differenza, peraltro storicamente inusuale in Italia, è riconducibile agli effetti degli investimenti del Pnrr, sia perché specificamente indirizzati nelle regioni del Sud sia perché indirizzati in settori che risultano particolarmente importanti nel meridione (come nel caso di costruzioni e turismo)". Fa eccezione, al Nord, il solo Trentino Alto-Adige.

Se le cose andranno come spiega Unioncamere siamo dinnanzi a un rovesciamento della dinamica degli ultimi 20-30 anni: i nuovi ingressi nel mercato del lavoro riguarderanno soprattutto il Mezzogiorno. Basteranno? Chissà. Anche perché ogni rapporto che racconta un mondo del lavoro in ripresa - evidente e inconfutabile, guardando i numeri - si scontra poi con la qualità dell'occupazione, fin troppo spesso - soprattutto al Sud - precaria e sottopagata. Ma questo è un altro discorso.

I profili più cercati

Tornando, invece, all'analisi su come sarà il mondo del lavoro nei prossimi cinque anni: la figura più cercata sarà quella dello "specialista in formazione e ricerca" (docenti per la scuola, per l'università e per la formazione aziendale), per cui si prevedono 21.300 ingressi. Bene anche i professionisti "qualificati per le attività commerciali" e per "le attività ricettive e della ristorazione". Lavorare nei negozi o nei ristoranti? Sì, ma a patto che vi sia una formazione ad hoc. Per entrambi questi profili si prevedono 16mila assunzioni entro il 2028. Lo stesso numeri di addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio. Tanto per fare un esempio sulla necessità di specializzarsi: la stima dell'ingresso di addetti non qualificati è esattamente della metà, rispetto ai profili specializzati (18mila in tutto). Vale lo stesso per il mondo delle costruzioni: si prevedono 14.400 nuovi lavoratori se specializzati, poco più di duemila, invece, se non qualificati. L'elevata specializzazione paga. E con le imminenti rivoluzioni tecnologiche ormai alle porte, sarà difficile invertire il trend.

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