Ci sarà una seconda lista in corsa per le elezioni degli organismi regionali di Anci che si terranno questa mattina al teatro Orfeo di Taranto. Il fronte dei piccoli comuni, trasversale e poco rappresentato, come emerso dal dibattito dello scorso 13 marzo dovrebbe puntare su Fabio Tarantino, sindaco di Martano, già autore di una richiesta volta a cambiare il peso all’interno dell’organismo, ingessato, secondo quanto riferito dal presidente dimissionario, Ettore Caroppo, «dalle correnti interne al Pd che hanno già deciso come muoversi e chi designare». La scelta di Fiorenza Pascazio, sindaca di Bitetto infatti ha creato molti mal di pancia tra gli associati, poco entusiasti di dover accettare nomi “paracadutati” dai vertici regionali e non poter esprimere una propria visione di coordinamento. La proposta di Tarantino puntava a cambiare la rappresentanza basando l’elezione sulla proporzione legata al numero dei comuni che compongono la provincia di appartenenza.
Il quadro
Nel dettaglio, per quanto riguarda i 257 comuni pugliesi, i 60 consiglieri sarebbero stati eletti dividendo per il numero delle amministrazioni provinciali con un correttivo di +1 per Brindisi e + 2 per Taranto, e di -1 per Lecce, Foggia e Bari, dando così un peso specifico ai territori. Una soluzione che però non è passata al vaglio del congresso di venti giorni fa, come anche la possibilità di rinviare a dopo le elezioni comunali previste per maggio la scelta dei nuovi vertici, in un’operazione definita “conservatrice” dai proponenti.
L’indicazione della sindaca di Bitetto ha messo in luce i contrasti di un organismo che si è rivelato tutto meno che unitario al suo interno, specie negli ultimi tempi, dando spazio a veleni e a contrasti tutti di natura politica: Pascazio è infatti presidente dell’Agenzia Regionale dei rifiuti che proprio di recente è entrata in Aseco, la società di Acquedotto Pugliese, con una decisione che anche in quel caso è stata tacciata di scarsa collegialità. Non solo. Dal confronto è venuto fuori che proprio l’amministrazione bitettese era una di quelle - una settantina in Puglia - ad essere morose della quota statutaria del 2022, circa 2mila euro non versate, situazione che avrebbe impedito alla prima cittadina di essere eletta come previsto dallo statuto. Pascazio è corsa ai ripari con una determina che ha creato un piccolo debito fuori bilancio, saldando anche il dovuto per il 2023. Operazione che però ha gettato altra benzina sul fuoco e che, proprio sul filo di lana, ha spinto sindaci e amministratori a ragionare sulla volontà di presentare un’alternativa davanti all’assemblea tarantina.
Almeno questo è l’intendimento che si protrarrà fino all’apertura del congresso.