Le attenzioni dei clan su imprese in difficoltà e ristori per la pandemia: l'analisi della Dia

Le attenzioni dei clan su imprese in difficoltà e ristori per la pandemia: l'analisi della Dia
di Roberta GRASSI
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 12:34

È il semestre del lockdown e la criminalità organizzata si è mossa anche nella prevedibile (e prevista) direzione dello sfruttamento delle conseguenze provocate dalla pandemia: la difficoltà degli imprenditori ad accedere al credito, i finanziamenti a pioggia. Anche in Puglia, come in altre zone critiche dell'Italia, anche nel Salento. Lo dimostra il numero delle operazioni sospette, lo dicono gli addetti ai lavori che sono stati citati nell'ultima relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia), riferita al periodo gennaio giugno 2020, il primo semestre dell'anno. Numerose le misure interdittive antimafia disposte dal prefetto a carico di società che sono state quindi congelate per sospette infiltrazioni.


Sono state sottolineate, nel report, le valutazioni del questore salentino Andrea Valentino: «È importante, in prospettiva - ha dichiarato - porre attenzione in modo costante all'ambito aziendale e commerciale della provincia, ovviamente interessato dalle ripercussioni determinate dall'adozione dei provvedimenti governativi per fronteggiare l'emergenza Covid-19», ha detto. «È fondamentale ha proseguito - monitorare continuamente la situazione, non solo sviluppando al massimo l'attività informativa, soprattutto tenendo contatti con le associazioni di categoria, ma anche elaborando ogni possibile notizia che dovesse emergere dalle abituali attività investigative, in modo da poter cogliere immediatamente quei cambiamenti o altri alert che possono celare interventi della criminalità organizzata pronta a cogliere le difficoltà del momento di imprenditori e commercianti».


Secondo la Dia, nella strategica ricerca di più ampi margini di consenso, la criminalità organizzata salentina estende i propri tentacoli del malaffare non solo nel tessuto economico, ma anche in quello della pubblica amministrazione. Approfittando di situazioni di particolare vulnerabilità dell'uno e dell'altra, per via dell'emergenza determinata dalle chiusure decise per contrastare la diffusione del virus.
Secondo il procuratore distrettuale di Lecce, Leonardo Leone de Castris, le organizzazioni criminali ricorrono ad affiliazioni e rituali rivolti agli strati più umili e giovani della popolazione. Ma stringono anche «accordi con il mondo dell'imprenditoria, della politica e delle professioni venendo ricambiati dalla parte meno sana di tali ambienti, facilmente affascinati, al di là di un diffuso atteggiamento culturale di indulgenza, dalla possibilità di avvalersi dei servizi dell'organizzazione mafiosa per resistere alla forte crisi economica indotta da ragioni di mercato, da catastrofi naturali (vedi epidemia di xylella) e oggi dalla pandemia da Covid 19; il complesso di queste circostanze è oggi in grado di portare ad un pericoloso ampliamento della cosiddetta zona grigia».
De Castris ha anche sottolineato un altro risvolto, costantemente sotto osservazione da parte degli inquirenti.

L'infiltrazione della criminalità organizzata (e non) nelle pubbliche amministrazioni avviene anche attraverso sistemi apparentemente legali. Viene infatti evidenziata «la diffusione sul territorio di iniziative di vari candidati alle elezioni amministrative» che contattano «i locali esponenti della criminalità organizzata per ottenere dagli stessi sostegno elettorale». Pratica «talmente diffusa da non risultare neppure pienamente compresa nel suo pieno disvalore morale oltre che penale».


Nella relazione si fa riferimento allo scioglimento del Comune di Scorrano, che risale al 20 gennaio 2020. Molte delle inchieste sono sorte dalla segnalazione di operazioni finanziarie sospette. L'Uif, l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia fornisce dati circostanziati all'autorità giudiziaria. In Puglia, in totale ce ne sono state 10.568, di cui 3.896 di diretta attinenza alla criminalità organizzata e 6.672 in riferimento ai reati spia. «L'attività è chiarito è stata orientata allo scopo di individuare anche a livello locale specifici target per la proposizione di misure di prevenzione patrimoniali ovvero per l'avvio di specifiche attività giudiziarie». E così si è puntato ai patrimoni, per procurare un danno reale a chi gestisce attività illecite e tentare di ripristinare l'economia legale. Merito dell'innovazione tecnologica che ha consentito alla Direzione investigativa antimafia di agire con rapidità ed efficacia. Ancor più in tempi complicati in cui l'esposizione a reati come l'usura e il riciclaggio di denaro sporco è più elevata. Specie nel Mezzogiorno d'Italia, nelle aree più sofferenti e in cui le associazioni criminali hanno una certa storicità oltre che una discreta capacità di rinnovarsi.

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