Apulia Film Commission, Parente sospeso ma resta: decisione rinviata Dellomonaco: «Pressioni dal Cda per farmi soprassedere»

Apulia Film Commission, Parente sospeso ma resta: decisione rinviata Dellomonaco: «Pressioni dal Cda per farmi soprassedere»
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 22:54 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 15:53

Non c'è pace in Apulia Film Commission e dopo la riunione del Cda di questa sera, da cui emergeva la volontà di rimandare ancora la decisione sulla revoca dell'incarico al direttore Antonio Parente per “ulteriori approfondimenti” relativi alla denuncia di aggressione mossagli dalla presidente Simonetta Dellomonaco, quest'ultima non ci sta e in una nota stampa denuncia: «Sono vittima di un atto completamente misogino. Questa parte della sinistra in Italia e in Puglia che si erge a difensore dei più deboli, poi non è in grado di garantire che giustizia sia fatta in un ambiente di lavoro dove una donna è stata aggredita, malmenata, minacciata e spedita in ospedale». 

La nota: «Il Cda mi chiede di soprassedere»

«Prendo atto ora - aggiunge in una nota - che il Cda, pur riconoscendo in precedente seduta colpevole il direttore generale Antonio Parente per aggressione verbale e fisica al punto da erogargli la sanzione massima conservativa (Parente è stato sospeso per 10 giorni, ndr), mi chiede di soprassedere alla violenza subita perché non vuole assumere la responsabilità di erogare la sanzione che parrebbe logica, di buon senso e civile, oltre che prevista dalla normativa vigente: revocare l'incarico fiduciario di direttore generale». «Prendo atto - aggiunge - che una donna che ha subito volenza, è stata sequestrata in una stanza, minacciata e sottoposta ad una prolungata pressione da parte di un consiglio uscente e dimissionario semplicemente per aver evidenziato formalmente più volte, con diversi mezzi e a più interlocutori, un comportamento quanto meno "opaco", debba oggi subire ulteriore violenza morale e psicologica da parte di un consiglio nominato appositamente per risolvere la questione e che invece, con un colpo di teatro degno dei più terrificanti sistemi misogini, ribalta sulla vittima donna la responsabilità del carnefice». «Mi chiedo - conclude - quale sia la motivazione che spinge le massime istituzioni a garantire l'impunità ad una persona già riconosciuta violenta e già per questo sanzionata? Cosa c'è dietro? Chi o cosa si sta proteggendo? Non credo a questo punto si stia proteggendo solo un individuo violento.

E a questo punto non credo nemmeno alla sola disgraziata piaga della 'superficialità' di genere». 

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