«Offesi e diffamati sui social»: il comandante dei vigili dice basta e minaccia querele

«Offesi e diffamati sui social»: il comandante dei vigili dice basta e minaccia querele
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Giovedì 25 Febbraio 2016, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 19:53
Critiche costruttive sì, insulti no. E invece sui Vigili Urbani di Lecce a quanto pare piovono attraverso i social, Facebook in prima fila, proprio insulti di ogni genere. E per i motivi più disparati. D'altro canto sono loro i “parafulmini” continui di tutto quel che non funziona, o non piace, in città. Se non ci sono lì dove i cittadini lì vorrebbero, magari in mezzo al traffico, vengono criticati perché «non fanno il loro lavoro», se invece ci sono e fanno rispettare le regole - troppo spesso “dimenticate” da automobilisti e pedoni - ecco che finiscono sotto accusa perché «sono troppo severi e multano con troppa facilità».


Ma adesso il comandante del corpo, Donato Zacheo, ha deciso di dire basta. Quando è troppo è troppo, e allora «pur rimanendo sempre disponibile al confronto costruttivo con i cittadini - dice senza mezzi termini - non tollererò oltre che vengano rivolti insulti conditi da espressioni volgari e diffamatorie nei confronti del personale del mio ufficio e provvederò a tutelarne l’immagine e la reputazione nelle sedi competenti». Che tradotto in parole povere vuol dire: chi offende e diffama verrà querelato.

«L’enorme potere divulgativo dei social network e dei nuovi mezzi di comunicazione on-line impone senso di responsabilità e un linguaggio adeguato in coloro che ne fanno uso - spiega Zacheo - purtroppo, invece, negli ultimi mesi, nel dipanarsi del dibattito pubblico, conseguente a fatti di cronaca locale che implicano problemi di sicurezza urbana e degrado cittadino, che, sempre più spesso, si articola sui siti di testate on-line o sui profili Facebook di privati cittadini e amministratori pubblici, la Polizia Locale di Lecce risulta essere bersaglio di commenti offensivi e diffamatori. In taluni interventi, dietro le parole degli scomposti commentatori, si percepisce facilmente l’animo rancoroso e lo sfogo di chi è stato destinatario di una sanzione amministrativa e cerca una effimera e incivile rivalsa buttando discredito su chi ha fatto il proprio dovere facendo correttamente rispettare una norma. In altri casi tra le righe si legge il disprezzo frutto di una oramai annosa e nefasta campagna mediatica denigratoria che ha colpito indiscriminatamente tutti gli operatori di polizia locale».

«Talvolta, invece - continua il comandante - trapela la errata seppur legittima convinzione che alla Polizia Locale spetti un ruolo continuativo di gestione dell'ordine pubblico e della prevenzione generale della microcriminalità che va ben oltre le sue proprie funzioni di vigilanza e travalica lo status giuridico attualmente riconosciuto agli stessi operatori. 
E’ bene chiarire che da anni oramai gli operatori di polizia locale vivono la dicotomia di essere contrattualmente degli impiegati comunali, ma funzionalmente dei poliziotti. Uomini e donne chiamati ad assolvere a compiti soprattutto di altri organi di polizia,senza avere le corrispondenti tutele a livello normativo e contrattuale. Il legislatore, infatti, nonostante le richieste a gran voce da parte della categoria, non riesce a dare corpo ad una riforma normativa che finalmente, recepisca il nuovo ruolo della polizia locale che il contesto sociale delle nostre città esige in prima linea sul fronte della sicurezza urbana».

Detto questo, l'invito ai cittadini è semplice: riportare le critiche nella normale dialettica, corretta e soprattutto educata. Ricordando, conclude Zacheo, «che, per giurisprudenza consolidata, ultima la sentenza della Corte di Cassazione n. 24431/2015, postare commenti offensivi sui social network, proprio a causa della loro capacità di diffusione capillare e potenzialmente illimitata, configura l’ipotesi di reato di cui al terzo comma dell'art. 595 del Codice di Procedura Penale, ovvero la diffamazione aggravata a mezzo stampa». Cittadino avvisato...

 
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