Unisalento e il nuovo anno accademico, il gap tasse: «Il Nord ha più risorse, urgono compensazioni»

Unisalento e il nuovo anno accademico, il gap tasse: «Il Nord ha più risorse, urgono compensazioni»
Unisalento e il nuovo anno accademico, il gap tasse: «Il Nord ha più risorse, urgono compensazioni»
di Mattia CHETTA
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Sabato 13 Gennaio 2024, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 11:48

«Abbiamo il 64% di studenti sotto la soglia Isee: ciò significa che questi studenti non pagano le tasse. E va bene, perché diamo a tutti la stessa possibilità. Ma se un ateneo del Nord ha una percentuale pari al 23%, e dunque due volte inferiore a UniSalento, a parità di studenti noi abbiamo meno della metà delle entrate. Ditemi se questo è il modo di sostenere un sistema universitario».

Il richiamo al governo affinché, «lo Stato applichi adeguate compensazioni e i divari territoriali vengano risolti e non aumentati» porta la voce del rettore Fabio Pollice. È con questa sollecitazione che il numero uno dell'ateneo salentino ha inaugurato ieri mattina, a Ecotekne, il 69esimo anno accademico.

Ad accompagnare il discorso del rettore anche gli interventi di Diletta De Pascali, presidente del Consiglio degli Studenti, della rappresentante degli studenti di dottorato in Senato accademico Alberica Brancasi, della presidente della Consulta del personale tecnico-amministrativo, Francesca Gigante, e del direttore generale Donato De Benedetto. A chiusura di cerimonia la lectio magistralis "L'essere umano nell'età della tecnica" del filosofo Umberto Galimberti.

Università in crescita

Dalla sua analisi rispetto allo stato di salute dell'ateneo emerge una università in crescita e forte del record di matricole, attenta alle esigenze degli studenti e sempre più competitiva grazie all'ampliamento della sua offerta formativa. Ma ancora carente, malgrado gli sforzi corali compiuti negli ultimi tempi, di posti letto da mettere a disposizione dei fuori sede. Elemento che rischia di compromettere il livello di internazionalizzazione dell'ateneo stesso e rallentare l'obiettivo di Pollice: quello di fare dell'UniSalento un grande hub formativo che strizzi l'occhio ai Paesi del Mediterraneo. Ma a preoccupare è anche il tema delle compensazioni, come si diceva. «Se noi abbiamo il 64% di studenti sotto la soglia Isee ha rimarcato Pollice durante il suo intervento significa che questi studenti non pagano le tasse. E va bene, perché diamo a tutti la stessa possibilità. Ma se un ateneo del Nord ha una percentuale pari al 23%, e dunque due volte inferiore a UniSalento, quelle risorse a parità di studenti noi abbiamo meno della metà delle entrate. Ditemi se questo è il modo di sostenere un sistema universitario. Non è una questione di governo di destra o di sinistra, sia chiaro, ma vogliamo impegnarci in questo Paese per capire che i divari territoriali vanno risolti e non aumentati? Dobbiamo lottare affinché ci sia, da parte dello Stato, un'adeguata compensazione. Siamo noi a spingere gli studenti ad andare altrove».

A oggi, però, l'ateneo è tutto sommato in salute grazie anche alle oltre 5.500 matricole che negli ultimi tre mesi hanno scelto UniSalento. «Un vero e proprio record» aveva sottolineato già nei giorni scorsi Pollice. Ma l'obiettivo è ambizioso anche in relazione all'offerta formativa. Ai 73 corsi di laurea attualmente attivi, infatti, già dal prossimo anno potrebbero aggiungersene altri due (Digital Heritage e Chimica). Impegno che va di pari passo con quello di aumentare posti letto e di riuscire ad attrarre quanti più studenti stranieri, migliorando al tempo stesso le performance dell'Ufficio internazionalizzazione. L'ampliamento dell'offerta formativa rappresenta «un record assoluto per il nostro ateneo, una grande opportunità per il territorio è sceso nel dettaglio della didattica Pollice - Un'offerta ampia e diversificata che va a intercettare la domanda di professionalità che viene dal mercato nazionale e internazionale, con un'attenzione particolare per le esigenze occupazionali espresse dal sistema economico-produttivo della Terra d'Otranto; un sistema con il quale si è instaurato in questi anni un solido rapporto di collaborazione che ha mostrato la sua efficacia anche con riferimento alla costruzione dell'offerta formativa». Ma «per far crescere il numero degli studenti stranieri e per dare risposta agli studenti fuori sede abbiamo sviluppato, sia in autonomia che in collaborazione con Adisu, un ampio progetto di sviluppo degli studentati e nel precedente anno universitario abbiamo aperto lo studentato di Monteroni ha aggiunto il rettore e abbiamo ottenuto un finanziamento che ci consentirà di creare all'interno del campus universitario un nuovo studentato con un centinaio di posti letto».

Infine una stoccata alla società e alla politica: «Viviamo in una società che negli ultimi decenni si è concentrata sempre più sul "cosa fare" e sul "come farlo", e sempre meno sul perché farlo, sulla costruzione di un universo di senso che avrebbe potuto e dovuto orientare la nostra azione individuale e, ancor più, quella collettiva, dalla scala locale a quella globale. L'Università paradossalmente ne costituisce un esempio emblematico. Rispondendo alle istanze di istituzioni politiche sempre più inclini ad assecondare quelle economiche, ci siamo concentrati sulla formazione di competenze che rispondessero alle esigenze di quella società che avremmo invece dovuto contribuire a orientare con la forza della conoscenza. Abbiamo concentrato i nostri sforzi di ricerca nella produzione di conoscenza funzionale al perseguimento di obiettivi troppo spesso eterodiretti, rinunciando in larga parte alla nostra autonomia».

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