Non una semplice stanza d'albergo, ma una suite con affaccio privilegiato. Sul mare. La vacanza, però, non sarebbe stata pagata dai turisti veneti che avrebbero mostrato un bonifico falso. Una storia diversa dalle molte che vengono narrate, in tema di ricettività: stavolta la narrazione è ribaltata. Non di visitatori (del Nord) rimasti senza alloggio (al Sud), perché vittime di truffa, si parla. Ma praticamente del contrario.
La condanna
In tre sono stati individuati e condannati dal giudice monocratico Luca Scuzzarella a pene comprese tra i 6 e i 9 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni per 5mila euro. La pena potrà essere sospesa, solo in caso di versamento della somma.
Il reato per cui si è proceduto è l'insolvenza fraudolenta.
Una volta accortosi che la somma non era stata accreditata, il titolare avrebbe contattato più volte i diretti interessati che tuttavia avrebbero sviato. Rimandando il pagamento, adducendo scuse varie.
Compreso, poi, che i continui rinvii non avrebbero portato a risolvere la vicenda, l'albergatore si è rivolto ai carabinieri e ha sporto denuncia (assistito dall'avvocato Veronica Merico). Ha fornito copia delle conversazioni, ha anche dato disponibilità al riconoscimento fotografico delle persone a cui si riferiva, avendole ospitate per diversi giorni avrebbe tranquillamente potuto individuarle. Le indagini sono andate avanti e la questione è finita a processo, dinanzi al giudice monocratico. Sono state acquisite le dovute testimonianze e infine è stata emessa sentenza di condanna, con motivazione contestuale.
Agli imputati non sono state concesse le attenuanti generiche, non essendo stato ravvisato alcun segno di pentimento per quanto accaduto. Il debito, del resto, restava insoluto. Non c'era stato alcun contatto, a quanto emerso, per risolvere bonariamente la questione.
R.Gra.