Campagne come discariche, l'allarme degli imprenditori: "I turisti vanno via sdegnati"

Rifiuti abbandonati
Rifiuti abbandonati
di Serena COSTA
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Venerdì 27 Aprile 2018, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 13:12
Emergenza rifiuti abbandonati nelle campagne, i titolari di masserie e agriturismi salentini gridano allo scandalo: «I turisti inorridiscono alla vista delle discariche abusive: la politica ci dia risposte concrete».
Di anno in anno, il problema non fa che peggiorare, in barba alle campagne di sensibilizzazione e all’adozione della differenziata spinta da parte dei Comuni: frigoriferi, pneumatici, resti di cantieri edili, ma anche tanti, tantissimi sacchetti di utenza domestica “incorniciano” i bordi e le piazzole di sosta delle strade provinciali, ma anche i muretti a secco dei tratturi e delle ciclovie naturali. Un pessimo biglietto da visita, oltre che un vero e proprio oltraggio ambientale al territorio, che non fa onore ai salentini.
E insorgono gli imprenditori locali, che hanno a cuore la salute del territorio e che ogni raccolgono in prima persona la spazzatura gettata, impunemente o quasi, intorno alle loro strutture.
Come Cosimo Tafuro, presidente della rete di imprese “Terre di Cerrate”, che denuncia: «Nei giorni scorsi, abbiamo raccolto e differenziato 200 chilogrammi di plastica, vetro, metalli ed elementi di arredo abbandonati su via Monticelli, tra la Strada provinciale 100 e la 96. Eppure ancora non è venuta la Monteco (la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti per il Comune di Lecce) a ritirarli. Attualmente, i casi più critici risiedono su Masseria Badessa e Masseria Provenzani, dove c’è una vera e propria discarica, piena di frigoriferi, sanitari, rifiuti industriali e pericolosi. I nostri clienti e i visitatori dell’Abbazia di Cerrate rimangono increduli davanti a questo spettacolo osceno e lo leggiamo nelle recensioni sul web: “Posti bellissimi, peccato che le campagne fossero piene di rifiuti”. Tra l’altro, le discariche sono punti di partenza di incendi, tanto è vero che come associazione abbiamo previsto un piano di presìdi antincendio. Ci siamo costituiti lo scorso anno per migliorare le condizioni ambientali in difesa dell’economia rurale e del turismo. La politica, che non è solo l’amministrazione comunale, deve darci risposte serie per combattere questo fenomeno».
Restando sul versante adriatico, ma più a sud, la situazione non cambia: a Borgagne e dintorni, per esempio, è l’inciviltà delle imprese a farla da padrona. «Nelle mille stradine sterrate fino a Otranto, ho trovato materiale di risulta da attività edile, come piastrelle, sanitari, mobiletti e cucine vecchie – racconta Antonio Mariano, titolare di Masseria Costarella –. Appartengono a piccoli imprenditori, che magari lavorano in nero e non possono avvalersi di ditte specializzate nello smaltimento dei laterizi. Anche per questo ci siamo costituiti nell’associazione “Ngracalati”, che ogni anno fa la pulizia delle stradine limitrofe a Borgagne con attività di volontariato».
 
Restando in zona, i resti delle “pulizie di primavera” giacciono inerti sulla circonvallazione di Torre dell’Orso e nel villaggio Torre Saracena: «I salentini dovrebbero vergognarsi – commenta il direttore del villaggio “Conca Specchiulla”, Enrico Turi –. Eppure sanno che basta una semplice chiamata per far ritirare i rifiuti ingombranti. Le amministrazioni creino isole ecologiche per smaltire gli scarti delle pulizie di primavera e abituiamoci a denunciare chi getta i rifiuti. I nostri clienti vengono spesso a segnalarceli, inorriditi».
E che sia un fatto di educazione civica lo sottolinea anche Donato Carcagnì, titolare della Masseria Chicco Rizzo, a Sternatia: «Ci fanno cadere le braccia: un Salento che si vuole riscattare sta facendo vedere che è diventato qualcos’altro. Non riusciamo a debellare questa inciviltà, perciò le amministrazioni locali dovrebbero sensibilizzare ancora di più i cittadini».
Anche a sud la situazione è peggiorata, come sottolineano da Masseria Pizzofalcone di Supersano: «Il Salento è sempre più sporco: i nostri clienti se ne stanno accorgendo e per questo non tornano più. Sulla provinciale Cutrofiano-Supersano gli ulivi sono circondati dai sacchetti e sulla rotatoria di Maglie ci sono ancora i bustoni neri raccolti dalle ditte specializzate. Noi puliamo per come possiamo, ma i Comuni si rimpallano la responsabilità sulle aree di loro competenza su cui intervenire. Per cosa paghiamo la Tari? Che i viigli ambientali si facciano una passeggiata tra le nostre campagne».
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