Turismo e irregolarità, Minerva dopo gli arresti: «Chi ha sbagliato è giusto che paghi»

Il sindaco Stefano Minerva
Il sindaco Stefano Minerva
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Venerdì 15 Settembre 2023, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 16:10

«La mia Gallipoli non può essere associata ad ombre o, in generale, illegalità solo perché qualcuno tenta di fare il furbo, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi». Lo afferma in una nota il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva commentando l'inchiesta con 51 indagati che ha fatto emergere un giro di autorizzazioni irregolari e illegalità commesse al mondo del turismo.

La lotta contro la movida "cattiva"

«In questi anni, non senza sacrifici e scelte forti - aggiunge - abbiamo puntato su un modello di turismo sostenibile che tenesse insieme la crescita economica con il rispetto del paesaggio e dell'ambiente, l'accoglienza di centinaia di migliaia di persone con il decoro urbano e la sicurezza pubblica, il rafforzamento delle tradizioni con l'innovazione per dare nuove opportunità di occupazione ai nostri giovani.

E questo è nei fatti, è ormai storia cittadina, ed è la conseguenza di scelte amministrative forti, fatte da atti e da ordinanze che combattono, sempre con coraggio, la malamovida».

Il primo cittadino prosegue affermando di aver sempre basato «ogni singola scelta, ogni delibera, ogni atto sull'esclusiva tutela dell'interesse collettivo e mai sarò disponibile a tutelare gli interessi di pochi. In questi giorni ho letto e sentito di 'pressioni' nei miei confronti. Ecco, ci tengo a chiarire: se per pressioni vuol dire ricevere ed incontrare persone che chiedono la luna le quali pensano sia possibile ottenerla, beh sì. Ogni giorno, dal commerciante che vorrebbe un aumento del suolo pubblico all' imprenditore che vorrebbe più tutela per la propria impresa, passando per il cittadino che vorrebbe una casa popolare o un lavoro».

"No al fango sulla città"

Infine Minerva punta il dito contro «quegli avversari politici che ancora non hanno superato la sconfitta elettorale e non perdono occasione per buttare fango su una città piena di imprenditori e persone per bene che niente hanno a che fare con gli eventi e le persone riportate dalle cronache locali. Come se tutti i cittadini, i politici e gli imprenditori di Gallipoli fossero marci: ecco, così per interessi politici di parte, si denigra una città intera. Non ci sto». 

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