Tecnici comunali e forze di polizia ritenute - dagli inquirenti - "compiacenti". Maxi inchiesta sulla pubblica amministrazione della Guardia di Finanza di Lecce. Scattano dieci misure cautelari. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce stanno eseguendo in queste ore alcune misure cautelari personali e reali, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 persone indagate, a vario titolo, di plurimi delitti di associazione per delinquere, reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia, accesso abusivo a sistema informatico e di reati edilizi ed ambientali.
Nell'ambito della stessa inchiesta le fiamme gialle stanno procedendo alla notifica di ulteriori 41 informazioni di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti nei reati ipotizzati.
In particolare tre persone sono finite ai domiciliari con braccialetto elettronico, si tratta di due imprenditori e un ex funzionario regionale; due interdittive sono state eseguite nei confronti di altrettanti carabinieri in servizio nella provincia di Lecce, altre misure interdittve e divieti di dimora sono stati eseguiti nei confronti di altri imprenditori ed un funzionario dell'Agenzia delle Entrate che avrebbe effettuato alcuni accessi abusivi al sistema informatico per ottenere informazioni privilegiate. Sequestri al Ten in zona Punta della Suina, ad un residence a Gallipoli di cui parte degli appartamenti sono ancora in vendita, un ex tabacchificio nel territorio di Nardò e una un B&B a Porto Cesareo.
Ai domiciliari
Cesario Faiulo, Emanuele Piccinno, 46 anni, che all'epoca dei fatti era assessore comunale al turismo e Vincenzo Fasiello, 69 anni, di Lecce, accusato di aver assegnato direttamente a conoscenti dietro soldi o varie regalie alcuni beni immobili della ex riforma fondiaria a prezzi di favore, senza fare ricorso a procedure di evidenza pubblica.
Le indagini: due filoni
Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia di Gallipoli e coordinate dal pm Alessandro Prontera della Procura della Repubblica di Lecce, sembrano aver disvelato due distinti e paralleli fenomeni illeciti.
In tale contesto taluni appartenenti alle forze di polizia sarebbero intervenuti a tutela degli interessi economici degli imprenditori, mediante la rivelazione di informazioni coperte da segreto d’ufficio, ovvero mediante l’accesso abusivo ai sistemi informatici in uso, in cambio di utilità.
Il secondo filone di indagini
Il secondo filone d’indagine riguarderebbe alcuni casi di mala gestio della cosa pubblica con peculiare riferimento alla dismissione dei beni - ex ERSAP (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia) da parte di un funzionario della Regione Puglia, già in servizio presso il Settore Riforma Fondiaria, e ora in pensione, il quale, unitamente ad altri collaboratori compiacenti, avrebbe imbastito, mediante la verosimile pretesa di ‘utilità’, procedure amministrative connotate da profili di presunta illegittimità, favorendo l’assegnazione di importanti immobili di proprietà Regionale al cospetto di persone a lui vicine.
Il sequestro
Nell’ambito del medesimo provvedimento, le Fiamme Gialle stanno dando esecuzione al sequestro preventivo di somme di denaro ritenute provento della corruzione, nonché di beni mobili, immobili ed attività economiche, del valore stimato per oltre 30 milioni di euro.