Tavoli vuoti e strade deserte a Lecce, in centro si va a letto presto: «La città si sta spegnendo»

Alte temperature e ordinanza anti-caos: il cuore del capoluogo sembra aver perso appeal

Tavoli vuoti e strade deserte a Lecce, in centro si va a letto presto: «La città si sta spegnendo»
Tavoli vuoti e strade deserte a Lecce, in centro si va a letto presto: «La città si sta spegnendo»
di Matteo BOTTAZZO
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Lunedì 24 Luglio 2023, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 14:38

Tavolini vuoti, nessuno per strada e persino la possibilità di trovare parcheggio agevolmente in centro. Non si tratta di un centro commerciale il 15 di agosto con 40 gradi di temperatura, ma del centro storico di Lecce in una sera d'estate. Il grande caldo sicuramente non incoraggia turisti e cittadini a vivere le vie del centro storico e spinge gruppi e comitive verso il mare.

Ma ad incidere, secondo più di qualcuno, potrebbero essere anche le restrizioni che riguardano la musica che deve necessariamente fermarsi a mezzanotte, dalla domenica al giovedì, e all'1 il venerdì e il sabato. Così è previsto dall'ordinanza emessa dal sindaco Carlo Salvemini la scorsa settimana, che però lascia scontenti non solo i commercianti ma anche i turisti: «Siamo qui per un addio al celibato, arriviamo da Messina e abbiamo scelto Lecce per la sua rinomata vita notturna, che oramai sembra essere un ricordo, stiamo cercando un posto dove passare la serata ma stiamo stentando a trovarlo, - racconta Roberto Mazza, un giovane turista a spasso per le strade di un centro storico semideserto -, sembra un po' strano che una città così a mezzanotte sia spenta».

Chi arriva da lontano si aspetta una città sempre accesa ma qualcosa sembra essere cambiato anche tra le abitudini dei leccesi che inevitabilmente si ripercuotono anche sui locali del centro storico. «Onestamente una città come Lecce ricca di turismo, non può spegnersi così, va resa viva, è un grande peccato che sia vuota così, credo che a risentirne sia soprattutto l'economia - ragiona Massimo Ruberti, residente della zona -, che dopo un periodo complicato prova a ripartire, e l'estate, per chi si occupa di ristorazione o servizi affini, è un momento fondamentale e non può essere bersagliato da continue e stringenti restrizioni».

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Le altre reazioni

C'è anche però chi plaude alla scelta del primo cittadino perché crede che ci debba essere equilibrio tra le esigenze dei due protagonisti delle vie della parte antica della città residenti e operatori della notte: «Questa è una scelta giusta, non credo che ne risenta tanto il turismo che nel Salento e a Lecce è variegato, abbiamo arte, cultura, campagna e mare, quindi ci sono tanti modi e momenti per visitare questi luoghi -racconta Claudio Spano, un altro residente -, mi sembra giusto perciò indirizzare gli orari in maniera tale che il turismo possa convivere in modo sereno anche con chi tra queste strade e questi locali ci vive e ha bisogno di riposare durante la notte».
Il sentimento più frequente è quello che persiste tra chi, dopo che si è alzato dalla cena vorrebbe andare a bere qualcosa e ascoltare un po' di musica, non partecipare ad un concerto ma avere almeno un po' di atmosfera, qualcosa che non è più possibile avere a Lecce dopo la mezzanotte: «Queste restrizioni sono leggermente limitative sia per i turisti che per noi del posto, - afferma Stefano Sozzo - credo che sarebbe più giusto trovare un equilibrio tra quelle che sono le esigenze dei locali e quelle dei residenze, più che restrizioni io penserei a maggiori controlli per chi viola le norme, forse questa sarebbe la strada più giusta».

Più controlli e meno restrizioni: è quello che chiedono i leccesi, per poter tornare. godere di un centro storico più vivo e anche più sicuro: «Secondo me è sbagliato, dovrebbero dare la possibilità di potersi divertire d'estate è uno scenario triste questo, - afferma Matteo Castrignanò - dispiace non vedere più la movida tra queste vie, con la speranza che possa tornare magari dopo l'estate e quando decadranno queste restrizioni». Uno scenario diverso rispetto a quello del periodo pre covid, che continua tuttavia a dividere gli imprenditori del settore ristorazione e i residenti del centro storico.

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