Statale 275, l'attesa infinita per il cantiere e la riqualificazione nel Salento

Statale 275, l'attesa infinita per il cantiere e la riqualificazione nel Salento
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 12 Novembre 2022, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 10:18

Ventotto anni di attesa. E almeno un altro ce ne vorrà, forse, per assistere alla posa della prima pietra per l'ammodernamento del primo lotto della Statale 275 Maglie-Leuca, se tutto procederà come da cronoprogramma ministeriale e senza l'interposizione della prevedibile valanga di ricorsi amministrativi. Il plurimilionario progetto è oggi, lì, dov'era 14 anni fa, davanti al cruciale bivio dell'esame d'impatto ambientale, superato il quale troverebbe consacrazione, prima di esser posto in gara e dunque messo in opera.

È il momento della verità per Anas, ma anche per governo, ministeri e Regione Puglia: istituzioni chiamate ad affermare la volontà di restituire al Salento e dunque alla Puglia un'infrastruttura che esse stesse hanno definito strategica e, come tale, finanziato, prima di commissariarla per garantirle esecuzione. Ci sono in ballo 244 milioni di euro, ma soprattutto la competitività di un territorio e la sicurezza dei chi lo percorre.

L'iter e il cronodisastro

Nel 2001, erano appena 113 i milioni. È la delibera Cipe 121 che stabilisce per la prima volta l'importo destinato all'opera che Anas aveva inserito nel piano triennale nel 1994, anno in cui il Consorzio Asi (all'epoca Sirsi) affidò in via diretta a Pro.Sal srl. Tra il 2003 e il 2004, Regione e Anas sottoscrivono convenzione quadro, il Cipe approva il progetto con delibera 92 e dispone in 165,5 milioni di euro il costo dell'opera: 113,5 per lavori e 52 per somme a disposizione. E prevede che a finanziare l'ammodernamento sia interamente la Regione. Anas approva, dunque, il progetto definitivo ma per un costo che lievita fino a 201,4 milioni di euro. Tre tronchi: Maglie-Scorrano, Scorrano-Montesano e Montesano Leuca.

Nel 2006 il progetto passa in Conferenza dei servizi con le prescrizioni del ministero dei Beni culturali. Il Cipe lo include nella delibera 130, ma intanto la commissione Via rileva che è carente del Piano di monitoraggio ambientale. A questo punto il quadro finanziario cambia. La Regione chiede al ministero di ridurre il finanziamento complessivo a 111 milioni di euro per destinarne 41 al cofinanziamento dell'ammodernamento della SS 16 Maglie-Otranto, che sarà eseguito 10 anni dopo.

La richiesta determina una rivisitazione del progetto della 275 che, per il tratto conclusivo Montesano-Leuca, prevederà d'ora in poi la sola messa in sicurezza, mentre per i primi due tronchi l'ammodernamento con raddoppio delle corsie (da 2 a 4). È così che nella delibera Cipe del 2007 il progetto assume l'odierna definizione in 2 lotti. L'anno dopo arriva anche il parere favorevole - con prescrizioni - della commissione Via. E, trascorsi altri 12 mesi, con delibera 76 il Cipe approva il progetto definitivo per un costo pari a 287,7 milioni di euro, di cui 135,3 a valere sui fondi Fas. Nel 2010 - 16 anni dopo l'affidamento della progettazione - il bando è pronto. Anas lo invia alla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea.

Il primo contenzioso

Ma si apre il primo contenzioso: Regione, Provincia e associazioni ambientaliste ricorrono al Tar Lecce contro il progetto approvato dal Cipe e chiedono la realizzazione di una strada parco, con 2 corsie da San Dana a Leuca, come prescritto nella delibera regionale del 2007. Anas accoglie la richiesta e sigla un'intesa con Regione e Provincia. Intanto, il Consiglio di Stato boccia il ricorso di alcune associazioni locali contro l'affidamento diretto della progettazione nel '94. E anche gli espropriandi perdono al Tar. Il 19 aprile 2012 Anas aggiudica la gara all'Ati Igeco-Ccc. E le ditte perdenti ed escluse ricorrono al tribunale amministrativo, che legittima l'aggiudicazione. Viene sottoscritto il relativo contratto.

Ma nel 2014, in riforma della sentenza del Tar Puglia, arriva quella del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso della quarta classificata (Ati Coedisal-Matarrese, alla quale l'appalto è affidato nel 2015 prima del nuovo stop che scatenerà proteste degli operai plateali) rispetto alla richiesta di risarcimento del danno per l'esclusione e non anche per la richiesta di annullamento della gara. Che, tuttavia, con delibera 909 del 31 maggio 2016 sarà l'Autorità nazionale anticorruzione di Raffele Cantone a suggerire ad Anas di annullare, contestando «comportamenti non conformi alle disposizioni normative in materia di appalti».

E ciò anche in considerazione dei rilievi della magistratura che, tramite le procure di Roma e Lecce, già dal 2014 aveva iniziato a indagare su presunti reati ambientali (presenza di tre discariche lungo il tracciato), abuso d'ufficio (autorizzazione lavori in presenza di gravi anomalie, tra le quali la presenza delle discariche) e truffa (per l'affidamento dell'incarico della progettazione nel '94, rispetto al quale nel 2021 si è estinto il giudizio contabile), cercando nel contempo di verificare l'attendibilità di quell'ex dirigente Anas che, intercettata nel 2015, parlava della 275 come la «vergogna delle vergogne», «la prossima bomba che arriva». Ai piani alti saltano poltrone. E Anas ascolta Anac: annulla la gara in autotutela, rifà il progetto, mette d'accordo i sindaci e a novembre 2017 approva la nuova versione definitiva del primo lotto: 23,3 chilometri tra Maglie e la zona industriale di Tricase, che assorbiranno 244 dei 288 stanziati nel 2009. Con più difficoltà, l'ex assessore regionale Giovanni Giannini riesce a far approdare al ministero anche il nuovo progetto di Anas del secondo lotto (non definitivo), per il quale a fronte dei 167 milioni di euro stimati ne risultano disponibili attualmente solo 39 (Dpcm Draghi, maggio 2022): proposto l'adeguamento della 275 in variante alla frazione di Lucugnano. Tra il 2018 e il 2019, Anas ottiene anche il nuovo via libera condizionato del Consiglio superiore dei lavori pubblici per il primo lotto. Ottempera a gran parte delle prescrizioni, altre dovrà rendicontarle in fase esecutiva. Supera, dunque, anche l'esame di ottemperanza della commissione Via. Il tempo, però, passa. Istituzioni locali, sindacati, associazioni locali e di categoria battono i pugni. Gli incidenti si susseguono.

La sfida del governo Meloni

Ben 4 governi si avvicenderanno dal 2017: quello di Giorgia Meloni è il quinto, sedicesimo dal 94. Il penultimo (Conte bis) dispone il commissariamento del primo lotto nel 2021, ma sarà il governo Draghi a decretarlo, come un anno dopo farà anche per il secondo lotto, affidando in entrambi i casi l'incarico di commissario al capo compartimento Puglia di Anas, Vincenzo Marzi. Che, subito, si adopera per accelerare l'iter. Il 19 maggio presenta istanza di Autorizzazione paesaggistica alla Regione e il giorno dopo quella di Valutazione impatto ambientale al ministero della Transizione ecologica: due pareri ancora attesi dal commissario che, intanto, ha affidato il Progetto di fattibilità tecnico economica del secondo lotto e il 17 agosto ha chiuso la Conferenza dei servizi decisoria con il parere favorevole di tutti i Comuni e gli enti coinvolti nel progetto del primo lotto. L'obiettivo stabilito è indire la gara entro il 30 aprile 2023 e consegnare i lavori a giugno, 5 anni dopo il riavvio dell'iter. E sarebbe un record per questa nazione.

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