Scu e affari nelle aziende, in 49 rischiano il processo /I nomi

Scu e affari nelle aziende, in 49 rischiano il processo /I nomi
di Roberta GRASSI
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Novembre 2023, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 21:24

Gli affari della Scu, nell’economia legale. Con particolare riferimento al clan Politi - Tornese: il pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, ha chiesto il rinvio a giudizio di 49 persone che affronteranno l’udienza preliminare il 31 gennaio del 2024, dinanzi al gup Silvia Saracino. Si parla del blitz che ebbe luogo il 15 maggio scorso e che portò all’arresto da parte del Ros dei carabinieri di 16 persone. L’inchiesta in questione ha riguardato presunte influenze del clan Politi, in accordo con il gruppo riconducibile a Tornese, Padovano e Briganti, nella gestione di imprese e in vari affari legali dell’economia salentina.

Le accuse: mafia, droga e armi

Sono contestate a vario titolo ipotesi di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di droga, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni e frode fiscale, estorsione, rapina e trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita aggravati dal metodo mafioso o dall’aver favorito i clan. 
Coinvolto anche un finanziere in servizio al Gruppo di Brindisi. 

I nomi

Rischiano il processo: Fernando Nocera, 68enne di Lecce, ritenuto il referente per Carmiano del clan Tornese, Gabriele Tarantino, 44enne di Monteroni (a cui viene dato il ruolo di luogotenente di Saulle Politi); Ludovico Tarantino, 29enne, di Monteroni; Francesco Politi (detto “Checco”), 46enne di Monteroni; Raffaele Sperti, 44enne di Carmiano; Manuele Sperti, 41enne di Magliano (frazione di Carmiano); Antonio Giordano, 51enne di Monteroni; Antonio Giordano detto “Lucio”, 37enne di Monteroni; Pierpaolo Panarese, 40enne di Lecce; Giacomo Pulli, 39enne di Monteroni; Alessandro Ciminna; 38enne di Monteroni; Marco Ciminna, 37enne di Monteroni; Sandro Saponaro, 43enne di Monteroni; Antonio Quarta, 38enne di Monteroni; Cosimo Miggiano, 42enne di Muro Leccese; Andrea Maniglia, 48enne di Monteroni; Francesco Alessandro Iacono, 40enne di Leverano; Danny Antonio Caramuscio, 33enne di Monteroni; Daniele Carrozzo, 52enne di Carmiano; Francesco Carrozzo, 38enne di Carmiano; Gerardo Civino, 44enne di Monteroni (finanziere di stanza a Brindisi, all’epoca dei fatti); Antonio D’Agostino, detto Caramella, 51enne di Monteroni; Gianluca Di Bella, 42enne di Monteroni; Bujar Doka, detto “Yari”, 58enne nato a Tirana e residente a Lequile; Sarah Fasiello, 36enne di Porto Cesareo; Vito Giancane (detto “Vito Fallocco”), 34enne di Monteroni; Alberto Giordano, 48 anni di Monteroni; Alessandro Giordano, 38enne di Monteroni; Cosimo Lacitignola, 37enne di Monteroni; Fernando Leo, 37enne di Porto Cesareo; Pasquale Lombardi, 66enne di Pomezia; Antonio Mazzotta (detto “Spermino”), 36enne di Monteroni; Klevis Mecaj, 38enne nato a Valona e residente a Surbo; Gioele Miglietta, 27enne di Monteroni; Giuseppe Paladini (detto “Pizzingrillo”), 56enne di Carmiano; Marco Pallara, detto “Nsitico”, 41enne di Monteroni; Giovanni Parlangeli, 42enne domiciliato a Magliano; Nicola Pinto, 36enne di Lecce; Rosaria Quarta, 46 anni di Monteroni; Ersilio Ramundo, 40enne di Copertino; Edmond Sako, 62enne nato a Valona e residente a Lecce; Andrea Saponaro, 32enne di Lecce; Paolo Spedicato (detto “Paolino”), 37enne di Monteroni; Carlo Zecca, 35enne di Lecce; Panfilo D’Angelo, 59enne di Lequile; Eugenio Pinto, 38enne di Copertino; Marco Caramuscio, 40enne di Monteroni; Pierluigi Conte, 41enne di Carmiano; Pasquale Prato, 48enne di Carmiano.

Le spedizioni punititive e le intimidazioni 

Numerosi i capi d’accusa.

Si parla di armi, di spedizioni punitive. Di fiumi di cocaina acquistati dalla Calabria, e quindi di contatti con la ‘Ndrangheta. Di estorsioni a più zeri, minacce. Spari contro le colonnine dei distributori di benzina. Intimidazioni a un consigliere comunale, a Porto Cesareo, che avrebbe voluto presentare una interrogazione sulla presenza di amministratori all’interno del ristorante Isola Beach: «Tie non sai ci simu? Dietro di me ci sono quelli di Monteroni». E poi contestazioni da colletti bianchi: autoriciclaggio, elusione delle misure patrimoniali, quote societarie intestate a prestanome, fatture false per operazioni inesistenti emesse per evadere l’Iva, anche questo reato ipotizzato con l’aggravante di aver agevolato il clan Politi. Infine tanto stupefacente

© RIPRODUZIONE RISERVATA