Racket, imprese sotto tiro: "Serve un tavolo permanente"

Un cantiere edile
Un cantiere edile
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 18 Giugno 2016, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 16:54
Prove di squadra contro il racket che minaccia costantemente anche il territorio salentino. Commercianti e artigiani si schierano con la Confindustria Lecce e il suo presidente Giancarlo Negro che, da pochissimo sulla prima poltrona degli industriali salentini, si è già ritrovato a dover appellarsi al prefetto per richiedere l’apertura di un confronto. Sia Confartigianato che Cna condividono e invitano la prefettura ad assicurare al confronto sul tema un carattere permanente.
Il presidente della Camera di commercio, Alfredo Prete, già a capo di Confcommercio, è un imprenditore balneare – settore sensibile al fenomeno del racket come dimostra l’ultimo decennio – ed è fra coloro che di “attenzioni” ne ha ricevute e anche molto intense.
 
«Apprezzo e condivido moltissimo l’intervento del presidente di Confindustria Giancarlo Negro. Questa è una lotta in cui non bisogna mai essere soli. Condivido in pieno la posizione assunta da Negro. Come Camera di commercio non possiamo fare molto, ma - spiega – qui non si tratta di mettere soldi bensì di sollecitare chi ha responsabilità sul territorio per mettere in atto tutte le misure di prevenzione affinché i fenomeni non si ripetano. Però, come ha sempre sottolineato il procuratore capo, Cataldo Motta, se non c’è la collaborazione dei cittadini, degli imprenditori, non si fa molta strada. E’ logico pure, per altro verso, che, in questo momento, da parte dei cittadini ci sia un po’ di scoramento rispetto all’immagine dello Stato».
«L’imprenditore o il cittadino che denuncia - continua - sa di fare una scelta sicuramente giusta, ma anche molto rischiosa. Quindi, è bene mettere nelle condizioni chi decide di compiere un passo del genere di sentirsi totalmente protetto. Se un imprenditore denuncia e il giorno dopo si ritrova faccia a faccia con il denunciato questo – sostiene Prete - diventa un deterrente alla non collaborazione».
Aspetto più volte emerso a seguito di vari episodi. Gli imprenditori chiedono dunque modalità differenti per far emergere il proprio disagio e la propria paura.
Lo sostiene anche il presidente di Cna Lecce, Antonio Natale: «L’appello di Negro non si può non condividere perché i fenomeni di racket non si possono non condannare. Dobbiamo essere più coesi con le forze dell’ordine e con la magistratura perché le persone non restino da sole. Io – dice Natale – mi auguro che il prefetto voglia istituire un confronto permanente sul tema perché sono troppi anni che se ne discute senza trovar una via d’uscita, nonostante lo straordinario lavoro che ogni giorno le stesse forze dell’ordine e la magistratura fanno. Bisogna avere costanza nel denunciare, ma anche nel proteggere chi denuncia. L’imprenditore deve essere messo – insiste il presidente di Cna – nelle condizioni di non doversi proprio esporre perché è evidente che in caso contrario, come spesso è accaduto, continuerà a subire un danno e a rischiare la vita. I nostri imprenditori operano già nelle difficoltà più estreme e non sempre trovano il coraggio o ancor più la voglia di ricominciare tutto da zero».
Gli artigiani sono tra le categorie interessate da episodi di “aggressione”, estorsione, ma, come dice il presidente di Confartigianato Lecce, Luigi Derniolo, non nella misura in cui lo sono gli industriali: «E’ nell’industria che circolano grandi flussi di denaro. Noi – dice Derniolo – siamo per lo più interessati da fenomeni di microcriminalità, la rapina o il furto. Ma è ovvio che in questa battaglia non vogliamo far mancare il nostro contributo. Siamo al fianco di Confindustria».
«Probabilmente grazie anche all’attività che la magistratura svolge da tempo su questo territorio - continua - i fenomeni sono diventati meno frequenti di prima. Però, è bene tenere sempre alta la guardia, soprattutto in periodi come quello estivo in cui, normalmente, in questo territorio, si lavora di più e per molte attività si comincia a muovere qualcosa».
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