Omicidio a Casarano, i testimoni: «Sono uscito, l'uomo era per terra. Sparare tra la gente? Una follia»

Omicidio a Casarano, i testimoni: «Sono uscito, l'uomo era per terra. Sparare tra la gente? Una follia»
di Enzo SCHIAVANO
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Domenica 3 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 13:29

Un omicidio in pieno giorno, nel centro delle attività commerciali della città, in uno dei pochi parchi dove giocano i bambini, in mezzo alla gente e al traffico del sabato mattina. È terribile e inaccettabile. Mai come ieri la città di Casarano è sembrata vulnerabile, soggiogata dalle bande di criminali che fanno ciò che vogliono, nonostante gli impegni e i provvedimenti del prefetto. La Comunità si interroga su come sia possibile che questi fatti gravi (come la serie di incendi di automobili) continuino ad accadere nonostante la forza pubblica della città di recente sia stata rafforzata proprio per contrastare questi fenomeni. 

La zona dell'omicidio


Il luogo dell’agguato, piazza Petracca, angolo via Lupo, è tra le aree del centro più vivaci.

La zona viene identificata come “i portici” per la galleria vicina. Ci sono negozi, bar, ristoranti, i locali più frequentati della movida e soprattutto c’è un parco, con al centro il monumento al carabiniere Petracca, dove si trovano gli unici giochi pubblici per bambini della città. Ieri era pure una giornata primaverile, tanti genitori avevano portato i propri figli a giocare e in molti sostavano al sole fuori dal bar della piazza, che tra l’altro era di proprietà della vittima. L’agguato avviene alle ore 11.15-11.30 in questo contesto di quotidiana normalità e di tranquillità. 

La testimonianza

«Ho sentito tre rimbombi che sembravano mortaretti – racconta un commesso di uno dei negozi che si affacciano sul parco –, ho spiato attraverso le vetrine e ho visto diverse persone che correvano e indicavano una persona per terra. In un primo momento ho pensato a un uomo che si era sentito male e allora sono uscito. Mi sono avvicinato insieme ad altre persone e ho visto quest’uomo a terra e sangue. Poi ho sentito che dicevano che gli avevano sparato». 
Dai palazzi Ieca, che si affacciano sulla piazza, in tanti sono usciti sul balcone. «Sì, ho sentito questi colpi e delle grida – racconta un professionista che ha lo studio nel palazzo –, mi sono affacciato al balcone e ho visto la gente che si soffermava intorno a un uomo disteso a terra. Non so dire se quelli che hanno sparato erano arrivati in auto o a piedi. Non lo so».
Intorno al punto dell’agguato, immediatamente isolato dalle forze dell’ordine, si sono soffermati tanti curiosi. I sentimenti prevalenti sono sgomento, paura e preoccupazione. Sgomento per le modalità, il luogo e l’orario dell’agguato omicida. Paura e preoccupazione per una criminalità sempre più forte, sempre più radicata, sempre più aggressiva. «Non è possibile che succedano queste cose – afferma un uomo che dichiara di portare spesso al parco i suoi figli - vicino ai bambini che giocano tranquilli ai giochi. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se qualche colpo vagante avesse colpito un bambino o un innocente». La gente è stanca. Un altro cittadino sostiene che «sarebbe il caso che la città reagisse a questi episodi. Perché Casarano è sprofondata in un abisso, è morta e questi episodi confermano il suo declino culturale e morale. Ci vorrebbero intere generazioni per recuperare la città di un tempo». Un altro sostiene che a Casarano «dovrebbero aprire un distaccamento di polizia, perché l’emergenza criminalità è evidente». Una signora, che si era precipitata sul posto in ansia per il figlio studente, dice che «da Casarano bisogna andare via. Se avessi le possibilità economiche, me ne sarei già andata da un pezzo».

La paura della gente

Tanta l’apprensione dei genitori degli alunni del vicinissimo Polo 3 di piazza S. Domenico dalle cui finestre posteriori si vede via Lupo. Un genitore denuncia che i bambini hanno sentito gli spari, si sono avvicinati alla finestra e hanno visto la scena, immediatamente allontanati dalla maestra. Un’altra scuola vicina, la paritaria S. Giovanni Elemosiniere, e altri genitori apprensivi. La situazione dopo il fatto è stata decritta in un post da Lucia Saracino, la responsabile della scuola. «La nostra routine del sabato mattina – si legge - tra voci di bimbi nelle aule e voci di studenti miste a risate che provano “La Lisistrata”, interrotta dai messaggi dei genitori: “i ragazzi sono tutti lì?”; “tutto bene?”. Fuori dal portone della scuola guardano tutti a sinistra in fondo, guardo anche io. Condivido con chi mi è vicino angoscia e rabbia. È a un passo da noi la sfrontata spregiudicata, schifosissima presenza della mafia». Ieri mattina, tra l’altro, almeno 200 studenti delle scuole superiori partecipavano a un’iniziativa pubblica presso il vicino Auditorium comunale “Gino Pisanò”. Cosa sarebbe successo se il fatto criminoso fosse accaduto all’uscita degli studenti?

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