Gallipoli: 768 i migranti sbarcati, fino a 7mila dollari per il viaggio della speranza. Arrestati 4 presunti scafisti

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Martedì 30 Dicembre 2014, 18:06

GALLIPOLI - È 768 il numero definitivo di migranti che erano a bordo della nave battente bandiera moldava e abbandonata con il pilota automativo al largo di Leuca. Il dato è confermato dagli ultimi controlli effettuati dalla Guardia Costiera.

Stanno tutti bene. Circa 130, tra cui donne e bambini, sono stati ricoverati in ospedale per ipotermia, mentre gli altri hanno trovato ricovero in alcune scuole comunali e sono assistiti dal personale specializzato.

Quattro uomini, ritenuti dagli investigatori gli scafisti della nave cargo, sono stati arrestati. Le indagini sono affidate alla procura di Lecce che coordina un pool anti-immigrazione clandestina composto da Carabinieri, Capitaneria di porto, Guardia di finanza e Polizia. Le persone arrestate sarebbero tutti di nazionalità siriana. Tutti sarebbero stati riconosciuti dai migranti che erano a bordo, mentre gli scafisti tentavano di nascondersi tra quanti venivano soccorsi. In un promo momento si era diffusa la notizia che gli scafisti fossero fuggiti a bordo di un'altra imbarcazione lasciando il mercantile senza governo. I migranti hanno riferito di aver pagato per il viaggio tra i 5 mila e i 7 mila dollari.

Non è stata trovata alcuna arma a bordo: dai due sopralluoghi compiuti dagli investigatori a bordo della nave sono stati rinvenuti alcuni giubbotti antiproiettile di tipo militare in parte nella stiva e in parte sulla plancia.

Lo ha precisato il sostituto procuratore Antonio Negro.

La nave è arrivata al porto di Gallipoli alle 3.30 del 31 dicembre 2014 e le operazioni di sbarco, iniziate alle 4, sono terminate intorno alle 6.50 con molte difficoltà a causa delle pessime condizioni meteo. Dei migranti 130 sono stati ricoverati in vari ospedali della provincia e soprattutto Gallipoli e Casarano. Tra loro anche una quarantina di bambini piccoli e una ventina di donne donne incinte. Nessuno è in gravi condizioni, manifesterebbero solo sintomi da ipotermia. Gli altri migranti sono stati sistemati in tre scuole comunali dove sono stati assistiti e rifocillati da personale della Croce rossa e della Protezione civile.

Resta comunque un giallo la vicenda di questo cargo battente bandiera moldava carico di centinaia di clandestini siriani che ieri ha inviato un sos vicino alle coste dell'isola greca di Corfù per la presenza sospetta di uomini armati a bordo per poi dirigersi verso le coste pugliesi. L'emergenza, la seconda nel giro di 48 ore nel mar Ionio, si è verificata non distante da quelle stesse acque dove domenica scorsa ha preso fuoco il traghetto della Norman Atlantic con una decina di morti, ma anche feriti e dispersi. L'imbarcazione, diretta inizialmente verso il porto di Rijeka in Croazia, ha lanciato l'allarme ieri in mattinata. Dopo diverse ore l'allerta è rientrata e la nave ha cambiato rotta, puntando la prua verso l'Italia. A questo punto sono intervenuti gli elicotteri della Marina Militare e dell'Aeronautica.

A bordo della nave sono saliti gli uomini della capitaneria di porto e della Guardia costiera che sono riusciti ad evitare che la nave impattasse contro la costa. A circa 3 miglia da Santa Maria di Leuca, infatti, i sei militari delle Capitanerie sono riusciti a far cambiare rotta alla nave nonostante il motore fosse bloccato. La vicenda resta dai risvolti ancora poco chiari, con i media che fanno le ipotesi più disparate, oltre all'ipotesi dell'avaria al motore anche quella della presenza di pirati a bordo. I primi a riferire dell'allerta sono stati i media greci.

Dal cargo era infatti partito un sos che allertava sulla presenza di «sospetti uomini armati a bordo». Secondo alcune fonti la richiesta di soccorso poteva essere stata inviata da un passeggero o da una persona dell'equipaggio. Poi in un via vai di notizie tra loro contraddittorie altre fonti hanno parlato di problemi al motore e di alcune avarie di tipo meccanico. Di certo la nave per tutta la giornata di ieri è stata in balia del mare date le avverse condizioni meteo che imperversano nello Ionio, con i venti che soffiano a 50 km l'ora.

Nel pomeriggio le autorità greche hanno inviato in zona una fregata ed un elicottero della marina insieme a due imbarcazioni della polizia portuale. Una volta giunte sulla nave e dopo averla ispezionata, le autorità elleniche hanno concluso che il cargo non aveva alcun problema meccanico e «nulla di sospetto a bordo». Poi il repentino cambio di rotta del mercantile, non più verso la Croazia ma verso le coste pugliesi. A quel punto è intervenuta la guardia costiera italiana, che, una volta a bordo della nave, ha potuto costatare che il motore in effetti era bloccato ed evitare il peggio.