Un post elettorale sui social e si scatena la bufera. «Ho deciso di candidarmi nella lista del futuro sindaco alle elezioni. Votami, sarò a tua disposizione. Contattami e non te ne pentirai»: questo il contenuto pubblicato nelle scorse sul profilo Facebook "Nardò denuncia" con l'immagine di una donna che indossa l'intimo e si fa un selfie ammiccando con un sorriso in vista delle prossime Comunali. Un post fake, in realtà, e c'è voluto poco per scoprirlo: la donna dell'immagine non corrisponde a nessuna delle candidate alle prossime elezioni di Nardò. Né a quelle già in campo, né a quelle che probabilmente saranno delle partita nei prossimi mesi. Tanto più che il profilo "Nardò denuncia" è anonimo o, comunque, non ha una paternità formalmente riconducibile ad un partito o ad un personaggio della politica.
L'accostamento tra il messaggio - con un gioco di parole utilizzato anche piuttosto volgare - e quell'immagine ha provocato lo sdegno e la protesta delle donne sul web. E tra questi anche il commento di Federica Ruggeri, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Nardò, che non ha usato mezzi termini per condannare il post-fake: «Alcuni soggetti sporcano l'immagine di Nardò, dimostrandosi impermeabili al lavoro di difesa e rispetto delle persone.
Poi, l'invito finale a prendere le distanze e a condannare simili messaggi. «Essere donna e decidere di guidare una moto o una bici, di giocare a calcio o ricamare, di essere in politica o decidere di dedicarsi alla casa, di essere madre o non esserlo, di coprirsi più o meno - conclude la presidende della Commissione - non si può e non si deve tradurre in messaggi di "facilità morale e fisica". Questa è una enorme offesa e una profonda mancanza di rispetto che non ci meraviglia, vista la fonte, ma che occorre stigmatizzare perché palesata nel mondo dei social e fruita da persone potenzialmente non attrezzate per distinguere i messaggi».