Mafia a Parabita, decapitato il clan Giannelli: 22 arresti, anche vicesindaco Provenzano/I nomi

Mafia a Parabita, decapitato il clan Giannelli: 22 arresti, anche vicesindaco Provenzano/I nomi
di Erasmo Marinazzo
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Mercoledì 16 Dicembre 2015, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 10:31

Blitz antimafia all'alba nel Basso Salento: 22 gli arresti, decapitato il clan Giannelli che teneva in scacco Parabita e le zone circostanti. Tra gli arrestati c'è anche il vicesindaco Giuseppe Provenzano, accusato di aver favorito il gruppo storico della Sacra Corona Unita: tra le contestazioni anche quelle di aver agevolato assunzioni e di aver tenuto rapporti con il clan per fini elettorali durante le ultime Comunali. Analoga contestazione e' stata mossa anche nei confronti di Pasquale Aluisi, titolare di un'azienda di onoranze funebri di Parabita, indagato per aver elargito periodicamente somme di denaro al sodalizio al fine di garantire alla propria attivita' un regime di sostanziale monopolio, anche commissionando al sodalizio attentati incendiari ai danni di imprese concorrenti.

I nomi. In carcere è finito Marco Antonio Giannelli, figlio del boss storico Luigi: lui, insieme ad altri componenti, avrebbe rimesso in piedi un clan che negli ultimi anni era finito nella rete degli investigatori.

Tra gli arrestati ci sono il cugino Adriano Giannelli, Fernando Cataldi, Donato, Orazio e Fernando Mercuri, Giovanni Picciolo, Mauro Ungaro e Besar Kurtalija. In cella anche due fratelli della famiglia Donadei, Claudio e Leonardo, sempre di Parabita: un passaggio cruciale dell'inchiesta perché a svelare alla Procura intrecci e nuovi assetti del clan Scu sarebbe stato con le sue ricostruzioni il pentito Massimo Donadei.

Le persone arrestate sono ritenute responsabili di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione illegale di armi, corruzione e altri reti, aggravati dalle finalita mafiose.



ESTORSIONI. Le indagini, che si sono avvalse anche dell'apporto di un collaboratore di giustizia, hanno accertato il dinamismo del sodalizio mafioso nel traffico di sostanze stupefacenti e nelle estorsioni ai danni di imprenditori locali, nonche' l'articolazione su tre "batterie" competenti su tre diverse aree territoriali: Parabita sotto la responsabilita' di Marco Antonio Giannelli, Matino sotto la responsabilita' di Vincenzo Costa e Collepasso sotto la responsabilita' di Cosimo Paglialonga.

DROGA. Per quanto concerne le attivita' di narcotraffico, le indagini hanno accertato che le diverse articolazioni delinquenziali operavano autonomamente, sfruttando distinti canali di approvvigionamento e facendo confluire parte degli introiti, il cosiddetto "punto", in una cassa comune gestita da Marco Antonio Giannelli, mediante la quale veniva assicurato il sostentamento degli affiliati in carcere. E proprio attraverso Marco Antonio Giannelli, Donato Mercuri e Claudio Donadei, reclusi da piu' di 20 anni e storici uomini di fiducia del boss Luigi Giannelli, facevano giungere disposizioni operative agli affiliati in liberta', veicolandole attraverso i colloqui con i familiari.

Il vicesindaco Provenzano è indagato per concorso esterno nell'associazione mafiosa per essersi interessato dell'assunzione di alcuni sodali e dei loro congiunti come operatori ecologici nell'impresa di raccolta dei rifiuti che opera a Parabita, contribuendo, inoltre, - secondo quanto accertato nel corso delle indagini - alle casse del sodalizio con versamenti periodici destinati al sostentamento dei complici detenuti, in cambio del sostegno nelle elezioni amministrative del maggio 2015.

L'operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros.

l titolare dell'inchiesta è il procuratore aggiunto Antonio De Donno. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Alcide Maritati.

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