Lecce, pedonalizzazione di via XXV Luglio: oggi decidono i giudici

Secondo il teatro la gente avrebbe difficoltà ad arrivare

Lecce, pedonalizzazione di via XXV Luglio: oggi decidono i giudici
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 14:02

Pedonalizzazione di via XXV Luglio a Lecce: parola ai giudici delTar. È previsto per questa mattina, nella sede del Tar di Lecce, il dibattimento sul ricorso presentato dalla società proprietaria del Teatro Politeama Greco rispetto alla riqualificazione di uno degli assi viari più centrali della città, che prevede la chiusura alle auto. Oggetto della discordia, che vede contrapposti Comune e Politeama, è il progetto che prevede il restyling dell’area nei pressi del Castello Carlo V, nel tratto che va dall’incrocio con via Matteotti all’intersezione con viale Marconi, e dei principali assi di collegamento tra piazza Sant’Oronzo e l’antico maniero ovvero via di Biccari e via Fazzi.

L'obiettivo del Comune: basolato, panchine e verde

L’obiettivo dell’amministrazione è di trasformare circa 7.700 metri quadri di strade oggi aperte al traffico veicolare in un’area pedonale e accessibile, dotata di una nuova pavimentazione, di verde e arredi urbani, illuminazione e di servizi di mobilità sostenibile (bike sharing e trasporto pubblico). Le finalità pubbliche sono note da tempo: valorizzare parte del patrimonio storico e ridurre la caotica circolazione stradale lungo uno dei viali più trafficati di Lecce. Dall’altra ci sono gli interessi di uno dei teatri più antichi della città che vuole tutelare «il diritto dei leccesi a raggiungere il teatro». 
Un verdetto che sarà vitale, dunque, sia per l’amministrazione Salvemini, che difende la bontà del progetto e i benefici che porterebbe il ridisegno dello spazio pubblico, e che vorrebbe chiudere in fretta l’iter per avviare il cantiere, sia per il Politeama che si è affidata alla giustizia amministrativa per evitare – come sostengono - di dover scrivere la parola fine a una storia che dura da 139 anni.

Progetto che divide la città

 

Ma saranno i giudici ad avere l’ultima parola.

Sul ricorso il Tar ha già fornito una prima risposta accogliendo la richiesta di misure cautelari provvisorie e la sospensiva degli atti. E già questa mattina potrebbe arrivare il parere definitivo. Un progetto che divide la città, tra chi approva il percorso avviato dal Comune per la riqualificazione di questa arteria oggi ostaggio delle auto e che invece diventerebbe a uso esclusivo dei pedoni e di una mobilità dolce e chi invece difende le ragioni del Politeama che da mesi porta avanti una battaglia “doppia” legata a due progetti di ristrutturazione dell’area antica. Il primo è la riqualificazione, a oggi in corso, delle piazzette De Sanctis, De Cristoforis e parte di piazza Libertini. La soluzione ipotizzata nel progetto per la pavimentazione - che può sopportare mezzi articolati per un massimo di 3.5 tonnellate – nei mesi scorsi è stata duramente attaccata dalla direttrice artistica Sonia Greco in quanto impedirebbe l’avvicinamento dei mezzi articolati pesanti, necessari per l’allestimento degli spettacoli. Una critica che ha spinto l’amministrazione a rivedere il progetto prevedendo una nuova pavimentazione, in cemento architettonico, in grado di sopportare fino a 36 tonnellate. Una modifica che sarà a spese dal Comune per un importo di circa 300mila euro. L’amministrazione ha presentato a Bari la perizia di variante: adesso si dovrà attendere il nullaosta dalla Regione prima di procedere con l’approvazione da parte degli uffici comunali.

Il teatro: la gente avrebbe difficoltà ad arrivare

Ma è su via XXV Luglio che lo scontro si è fatto acceso. La proprietà del Politeama Greco ha chiesto ai giudici l’annullamento della delibera di approvazione del progetto. Motivo? Nel ricorso si fa riferimento a una serie di illegittimità ma è sulla pavimentazione (e sulla futura chiusura alle auto) che si gioca la partita più importante. Secondo i legali la pedonalizzazione precluderebbe l’accesso ai mezzi di soccorso e dei vigili del fuoco, oltre a quelli necessari per lo svolgimento dell’attività del teatro. Non solo. “Verrebbero meno le condizioni di sicurezza per l’accesso al Teatro condannando quest’ultimo alla chiusura, dopo oltre un secolo di gloriosa attività”. Dopo mesi di botta e risposta pubblici, adesso toccherà ai giudici stabilire chi ha ragione.

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