«Il lido oscurerebbe lo skyline». Bocciato il progetto sullo Ionio

«Il lido oscurerebbe lo skyline». Bocciato il progetto sullo Ionio
di Pierangelo TEMPESTA
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 12:30


Lo stabilimento balneare sulla scogliera causerebbe «un'imponente occlusione della continuità panoramica e paesaggistica di un impareggiabile tratto di mare».
Il Tar di Lecce conferma l'operato del Comune di Nardò, che nel mese di maggio dello scorso anno ha negato il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica per l'installazione di uno stabilimento balneare tra Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, poco prima della Punta dell'Aspide.

No all'autorizzazione

L'azienda che ha presentato il progetto, la Selecta Ecoservizi, aveva ottenuto in concessione il lotto 28 del Piano comunale delle coste.

Ed ha presentato un progetto per la realizzazione di una nuova struttura sul mare. Tuttavia, il settore Demanio del Comune, sulla scia del parere negativo della Commissione locale per il paesaggio e della Soprintendenza, ha negato il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica. In particolare, la Commissione ha specificato che quella precisa zona di scogliera risulta già naturalmente accessibile e fruibile in maniera continuativa rispetto al percorso pedonale, recentemente interessato da un intervento di riqualificazione pedonale e ciclabile di tutto il lungomare. Gli interventi proposti dalla società, continua la relazione, in nessun modo possono intendersi come migliorativi dell'area. I parapetti realizzati dal Comune, intervallati da balaustre metalliche, consentono «la sosta per l'ammirazione dell'indiscutibile bellezza di quel panorama, sia diurno che serale». Al contrario, «la presenza dei paletti con corda a mo' di catenella sul fronte strada e l'insieme di fabbricati per circa 53 metri di fronte mare e circa 43 metri di profondità media, costituiscono una sorta di vera e propria occlusione alla fruibilità dell'area sia fisica che visuale».

Il progetto


Il progetto, rileva ancora la Commissione paesaggistica, interferirebbe sulla percezione a 180 gradi sulle visuali paesaggistiche di rilievo, tra cui la torre di Santa Maria dell'Alto, il promontorio della Grotta di Capelvenere, il parco naturale di Porto Selvaggio e la torre di Santa Caterina. Insomma, il nuovo stabilimento, così come concepito, avrebbe causato «un'imponente occlusione della continuità panoramica e paesaggistica di un impareggiabile tratto di mare, attualmente senza soluzione di continuità, che fornisce all'osservatore una comprensione a 180 gradi del meraviglioso scenario, che da ogni punto di quella strada panoramica oggi si può godere». Ma c'è anche dell'altro.
La Commissione ha espresso le sue perplessità sul progetto dell'area parcheggio annessa allo stabilimento, poco chiaro riguardo il rispetto dei caratteri naturali e della vegetazione. L'intervento, conclude la relazione «inciderebbe pesantemente e negativamente sul contesto da poco riqualificato e che ha di fatto conferito la giusta valenza alla strada panoramica» e alle visuali paesaggistiche tra Santa Caterina e Santa Maria al Bagno. Proprio per garantire la visuale, la Soprintendenza aveva prescritto al Comune la realizzazione di "asole visive" nel muro di contenimento. Un intervento che risulterebbe di fatto vanificato dall'installazione della nuova struttura. Contro il parere della Commissione paesaggistica e della Soprintendenza, la società Selecta Ecoservizi ha presentato ricorso al Tar. Ma i giudici della prima sezione (presidente Antonio Pasca, estensore Roberto Michele Palmieri) hanno confermato la correttezza dell'operato del Comune ed hanno rigettato il ricorso. Nel procedimento, il Comune è stato assistito dall'avvocato Fernanda Quaranta.
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